Bronstein al Museo Marino Marini. Studi di scomposizione
Museo Marino Marini, Firenze – fino al 29 febbraio. Prima personale dell’artista argentino in un’istituzione museale italiana. Un progetto affascinante, concepito appositamente per Firenze. Nel quale il Tempietto del Santo Sepolcro dell’Alberti, dal 2013 conservato al Marini, diventa il modello per decontestualizzazioni e alterazioni inedite.
L’ALBERTI E IL CONTEMPORANEO
A cinque secoli dalla sua realizzazione, il Tempietto del Santo Sepolcro, commissionato da Giovanni di Paolo Rucellai a Leon Battisti Alberti come proprio monumento funerario su modello del Santo Sepolcro di Gerusalemme, continua a sollecitare gli artisti contemporanei. Era già successo poco tempo dopo il suo restauro e la sua ricollocazione nel Museo Marino Marini, che, come noto, occupa gli spazi della ex chiesa fiorentina di San Pancrazio, esattamente sul retro di Palazzo Rucellai.
Ricordare oggi l’intervento Uroboro. James Lee Byars encounters Leon Battista Alberti del 2014 permette di riconoscere come allora il direttore Alberto Salvadori avesse posato solo la prima pietra di un incontro che, oggi, con la mostra di Pablo Bronstein (Buenos Aires, 1977), si delinea in una forma più efficace e in futuro potrà generare ulteriori sviluppi. Due anni fa, infatti, l’affiancamento – fisico e visivo – tra la perfezione di The Platon Head, la sfera in marmo di Thassos opera dell’artista statunitense scomparso nel 1997, e il capolavoro rinascimentale faceva convergere l’interesse sul tema del luce, inteso nelle sue varie declinazioni e oltre la pura manifestazione fisica.
LEGGERE CORREZIONI MANIERISTICHE
Nell’ampia e mistica cripta del museo, Bronstein attiva questa volta un processo marcatamente architettonico, secondo un’inclinazione distintiva della sua ricerca. Noto al pubblico italiano anche grazie alla presenza a Milano nella mostra Super Superstudio al PAC e per la recente We live in Mannerist times (a Torino nel 2015, da Franco Noero), l’argentino presenta una serie di disegni e sei maquette, di diverse dimensioni, tratteggiando per il Santo Sepolcro albertiano una vicenda, formale e “funzionale”, alternativa: un “resoconto storico immaginario”, come è stato definito.
Bronstein accompagna il monumento nel corso del tempo e nell’avvicendarsi degli stili architettonici, considerandolo un modello di perfezione, sul quale sembrano però consentite e tollerate alcune tipologie di alternazione. Ecco quindi che, attraverso l’impiego della stampa 3D, l’artista innesta una serie di “leggere correzioni manieristiche”, di fronte alle quali l’occhio indugia con crescente stupore: nicchie, colonne, nuove aperture vanno a interferire sulle facciate pure e assolute dell’esemplare albertiano, conservato esattamente al di sopra della testa del visitatore.
Gli stilemi decorativi aggiunti, desunti dal Manierismo e dal Barocco, dettano un ritmo nuovo, generando increspature nelle armoniche proporzioni della struttura originaria.
UN TEMPIETTO IN MOVIMENTO
E c’è di più. Nei magnifici disegni, disposti nelle sale attorno allo spazio voltato della cripta, il Tempietto supera lo status di costruzione fissa, statica, poiché abbandona definitivamente la propria collocazione.
Due gli esiti più riusciti e sorprendenti di questa indagine: viene immaginato, nel centro di Firenze, come una struttura provvista di ruote impiegata in parate popolari, assieme a carri baroccheggianti; a Roma, invece, viene addirittura incorporato nel monumento funebre di un’altra famiglia.
Un’esperienza di osservazione trascinante e contemplativa, capace di spingere i visitatori meno esperti o più giovani, a domandarsi se tutto questo sia avvenuto veramente…
Valentina Silvestrini
Firenze // fino al 29 febbraio 2016
Pablo Bronstein – Studi di scomposizione manierista
a cura di Alberto Salvadori e Leonardo Bigazzi
MUSEO MARINO MARINI
Piazza San Pancrazio
055 219432
[email protected]
www.museomarinomarini.it
MORE INFO:
http://www.artribune.com/dettaglio/evento/50334/pablo-bronstein-studi-di-scomposizione-manierista/
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