Parmigianino al Louvre. Ma la mostra non convince
Musée du Louvre, Parigi – fino al 15 febbraio 2016. Il maestro del Manierismo è in mostra nel museo più noto al mondo. Una bella rassegna, che però ha anche diversi punti deboli. A partire dal fatto che si affida ciecamente – troppo ciecamente – alle Vite del Vasari.
L’ANNO DEL PARMIGIANINO
Il 2016 sembra essere l’anno di Parmigianino (al secolo Francesco Mazzola, Parma, 1503 – Casalmaggiore, 1540). Dopo la mostra appena conclusasi ai Musei Capitolini e l’imminente inaugurazione nel mese di marzo di quella curata da David Ekserdjian, il Museo del Louvre dedica una “piccola” esposizione dedicata a uno dei più apprezzati maestri del Manierismo.
In un percorso che si sviluppa in due sale, vengono mostrati al pubblico veri e propri capolavori della produzione grafica del Mazzola. Senza infamia e senza lode la scelta museologica operata del Louvre, incentrata sui disegni provenienti dalle collezioni del museo.
NON È TUTTO ORO QUEL CHE VASARI…
In un percorso a tratti confuso, il tracciato espositivo si snoda seguendo una successione cronologica che vuole mettere in luce le fasi più rilevanti della carriera del Parmigianino: dal primo periodo in cui si sente l’influenza di Tiziano e Dosso Dossi, agli affreschi realizzati per la Rocca di Fontanellato, fino al soggiorno romano e bolognese e alla fuga a Casalmaggiore.
Ponendo l’accento sull’influenza di Marcantonio Raimondi per l’iniziazione dell’artista alle tecniche dell’incisione e dell’acquaforte, la scelta dei curatori sembra essere quella di seguire la narrazione delle pagine dedicate al pittore all’interno delle Vite di Vasari. Decisione che non sembra tenere troppo in considerazione di alcune inesattezze presenti nel testo vasariano e intorno alle quali la critica si è spesso dibattuta: primo su tutti l’entità dell’interesse riservato dal Parmigianino all’alchimia.
PREGI E DIFETTI DI UNA MOSTRA
I pannelli esplicativi recano, poi, informazioni a tratti complesse per essere pienamente comprese dal grande pubblico: evidenziando la precoce capacità del Mazzola di dialogare con i pittori della generazione precedente, vengono citati Anselmi e Rondani. Notizia rivolta esclusivamente a un pubblico di specialisti.
Ciononostante è mirabile la qualità di alcuni disegni presenti in mostra: dagli studi per il celebre Autoritratto allo specchio e per la Madonna dal collo lungo, fino ai soggetti che si ispirano all’arte greco-romana ripresi a Roma – come nel caso del giovane che si nasconde dietro un mascherone – o all’immagine impudica dell’uomo nudo che tiene il fallo eretto di un altro (perfetto pendant dello studio per Marte, Venere e Vulcano, esposto ai Capitolini). O, ancora, il pregio del quadro raffigurante la Sacra Famiglia con il Matrimonio mistico di Santa Caterina, incompiuto.
Per queste ragioni sarebbe opportuno dedicare un ulteriore approfondimento sui “maestri” di Parmigianino (primo fra tutti Correggio), sui suoi rapporti con l’antico, su un maggior dialogo con a sua produzione pittorica. Non ci resta che attendere la mostra alle Scuderie del Quirinale.
Massimiliano Simone
Parigi // fino al 15 febbraio 2016
Parmigianino, 1503-1540
a cura di Dominique Cordellier, Laura Angelucci e Roberta Serra
MUSÉE DU LOUVRE
+33 (0)1 40205555
www.louvre.fr
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati