Dialoghi soffusi. Alla Fondazione Memmo di Roma
Fondazione Memmo, Roma – fino al 3 aprile 2016. “Conversation Piece Part 2” invita a entrare in un dialogo fatto di linguaggi interrotti. L’incessante incontro fra gli artisti in residenza nel tessuto romano fa tendenza, rivelando un sintomo in continua espansione.
LIMITI O ECCESSO?
Gli spazi della Fondazione Memmo appaiono smembrati; l’apparato percettivo è quasi disturbato dal pannello bianco che divide lo spazio brutalmente, eppure la dimensione ottica si assesta alla vista dei quattro dipinti di David Shutter; una pittura di riflessione, lenta, frutto delle stratificazioni di materia visibile, carica di sensazioni tattili. Il rapporto che l’artista instaura con i paesaggi di Salvator Rosa e Gaspard Dughet, conservati presso la Galleria Nazionale d’Arte Antica di Palazzo Corsini, rivela l’interrogarsi profondo sui principi della composizione spaziale, che l’artista esplicita ricreando fedelmente le distanze fra le opere allestite sulle pareti del Palazzo alla Lungara. I quattro dipinti, soltanto a una prima occhiata monocromi, rivelano presenze abbozzate che si perdono nell’accumulo materico.
Un’eco chiama l’osservatore a distrarsi, lo invita a entrare nella dimensione catalizzante di Brume Sonore #1, l’installazione multicanale di Jackson, in cui il formalismo del cubo in metallo di echi minimalisti si anima di una profusione di nebbia, la quale sembrerebbe essere il mezzo che traduce le onde luminose in frequenze sonore, declinando così la scultura e il rapporto con lo spazio in una trascendenza compiuta.
Accade l’inverso negli spazi occupati dai quattro muri di Kilian Rüthemann con il riferimento diretto al laterizio romano; disposti agli angoli della stanza, evidenziano il limite perimetrale, curvandosi, nel fallimento di rompere gli equilibri planimetrici.
L’HORTUS CONCLUSUS DI SCHOOREL
Assorbito da una dialettica fra visibile e invisibile, nel lavoro di Maaike Schoorel si instaura un rapporto silente con l’esterno, con il passaggio che collega i luoghi deputati alla Fondazione, mentre un accenno di natura richiama questi elementi all’interno. Una sorta di ritmo ottico musicale si trasferisce da un lavoro all’altro, e la figurazione appare e scompare a intervalli di visione irregolari: quanto più l’occhio è catturato dai colori armoniosi e guizzanti, tanto più la struttura dell’apparato figurativo presente al di sotto scompare.
LIMITI E PREGI
L’esposizione sembrerebbe dunque avere una paternità che oscilla fra l’esasperazione del concetto di limite, inteso in termini di composizione spaziale – pittorica, scultorea o installativa –, declinandone le possibili criticità, e la più “semplice” riunione di artisti in residenza a Roma e provenienti dalle diverse accademie o istituti stranieri.
Eleonora Milani
Roma // fino al 3 aprile 2016
Conversation Piece. Part 2
a cura di Marcello Smarrelli
FONDAZIONE MEMMO
Via Fontanella Borghese 56b
06 68136598
[email protected]
www.fondazionememmo.it
MORE INFO:
http://www.artribune.com/dettaglio/evento/51070/conversation-piece-part-2/
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