Colombia in chiaroscuro. Fernell Franco a Parigi
Fondation Cartier pour l’art contemporain, Parigi – fino al 5 giugno 2016. L’istituzione parigina ospita la prima retrospettiva europea mai consacrata a Fernell Franco, figura di spicco del panorama artistico dell’America Latina. 140 fotografie estratte dall’ampio archivio di Franco rivelano la tragicità dei cambiamenti avvenuti in Colombia tra gli Anni Settanta e Novanta. E la difficoltà di preservare la memoria collettiva del Paese.
COLOMBIA, TRA DOCUMENTO E ARTE
L’opera di Fernell Franco (Versailles, 1942 – Cali, 2006) si colloca a metà strada tra una fotografia di stampo documentario e un’arte personale, intima, metaforica, che testimonia e interpreta il carattere conflittuale e instabile della vita urbana di Cali, nei decenni che vanno dagli Anni Settanta agli ultimi Anni Novanta. Cali, infatti, assurge a scenario privilegiato e prototipico per rendere conto dei cambiamenti che investono la Colombia in seguito alla Violencia, la guerra civile avvenuta dal 1948 al 1953, e alla diffusione a macchia d’olio dei cartelli della droga, evento che stravolgerà per sempre il volto del Paese.
La famiglia di Franco si installa a Cali nel 1951, in fuga dalla cittadina natale. Proprio a Cali Franco scopre il cinema messicano, i film noir e il neorealismo italiano; influenze, queste, che non mancheranno di emergere potentemente nella sua successiva opera fotografica. Completamente autodidatta, in parallelo al lavoro come fotografo per alcune riviste di moda, Franco inizia il suo percorso espositivo con la serie Prostitutas, presentata nel 1972 allo spazio indipendente Ciudad Solar.
UNA FOTOGRAFIA SOCIALE
Questa prima, sensazionale prova da fotografo autonomo apre la strada a un tipo di arte perfettamente in equilibrio tra la ricerca sociologica, etnografica sulla città, marcata dalla tragedia della povertà e del sottosviluppo, e l’intima poesia e bellezza capaci di emergere proprio da quello stesso degrado sociale.
È nelle case chiuse del quartiere Pilota di Buenaventura, il porto più vicino a Cali, che Franco osserva e ritrae il lato oscuro della sessualità femminile commercializzata; secondo un procedimento tipico della produzione di Franco, le fotografie sono rilavorate in post-produzione, accentuando i contrasti tra luce e ombra. La luce diviene in tal senso uno strumento di indagine dell’animo umano, mentre la tenebra, portata agli accessi, assurge a metafora compiuta dell’oblio.
PROTAGONISTA IL CONTRASTO
Il contrasto luce-ombra, esaltato in immagini categoricamente in bianco e nero, ricorre in tutte le sue opere successive, come nella serie Interiores, esposta per la prima volta nel 1979. In queste opere, Franco coglie il portato quasi metafisico di una simile scelta estetica. Scelta che lo attrae per un duplice motivo: da un lato, il concetto di contrasto è caratteristico dei paesaggi naturali e urbani di Cali a causa delle condizioni metereologiche e geografiche del posto, dove la luce diurna è abbagliante, dall’altro, esso appare come endemico di quei luoghi anche sotto il profilo sociale. La città di Cali è, infatti, in rapida crescita in un periodo in cui i cambiamenti accentuano le differenze di classe, ma anche il passaggio brusco tra il “vecchio” e il “nuovo”.
UNA RIFLESSIONE SU VITA E MORTE
Se alcune delle serie, come proprio Interiores, rimandano alla volontà di creare una memoria dei luoghi e della cultura sud-americana in via di sparizione, Amarrados, realizzata tra il 1980 e il 1995, riflette sulla morte e sul rapporto che i vivi intrattengono con essa e si configura come una serie complessa e stratificata: durante le sue frequenti visite al mercato cittadino, Franco fotografa oggetti pronti per la spedizione, imballati in grandi teli, poi legati e riposti in depositi alla chiusura del mercato.
Così l’artista spiega questo lavoro: “La serie Amarrados ha senza dubbio un legame con le immagini di violenza. Lavorando con la fotografia di oggetti inanimati mi sono reso conto che questo modo di imballare aveva qualcosa a che vedere con il modo di isolare la morte per togliere il morto dalla vista dei vivi”.
La mostra costituisce l’occasione per conoscere un personaggio chiave del panorama artistico sud-americano del secondo Novecento, le cui opere, complesse e raffinate, hanno segnato la storia della fotografia di un continente, e attraverso cui il visitatore avrà modo di comprendere un pezzo cruciale dei fatti storici colombiani.
Giulia Kimberly Colombo
Parigi // fino al 5 giugno 2016
Fernell Franco – Cali Clair-Obscur
FONDATION CARTIER
261, Boulevard Raspail
+33 (0)1 42185650
www.fondation.cartier.com
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