Una carta da parati argentata riporta la scritta in bianco “SPACE FORGETS YOU” a caratteri cubitali, avvolge lo spettatore, svuotando lo spazio e sottolineando il vuoto. Le parole che si ripetono denigrano un luogo sacralizzato come galleria d’arte. Il white cube diventa d’argento e l’opera sparisce. Al centro di questo lavoro site specific ci troviamo a contemplare una frase che rimane impressa per la sua reiterazione. Ci allontaniamo e comprendiamo come l’immaterialità della parola contenga la materialità del pensiero. Un pensiero non nostro, un pensiero d’affronto e attuale. John Giorno (New York, 1936), poeta, artista e amico di Andy Warhol e William Burroughs, parte attiva della Beat Generation, della New York degli Anni Sessanta e inventore del Dial A Poem nel 1970 (memorabile la mostra che Ugo Rondinone gli ha dedicato al Palais de Tokyo pochi mesi fa), ha deciso di raccontare uno spazio e, nonostante i suoi ottant’anni, continua a stupire attraverso una critica sottile ma pungente della nostra contemporaneità. È lo spazio che ci dimentica o siamo noi che ci dimentichiamo dello spazio?
Giorgia Quadri
Milano // fino al 30 giugno 2016
John Giorno – Space Forgets You
Corso di Porta Ticinese 87
02 8054071
[email protected]
www.lecasedarte.com
MORE INFO:
http://www.artribune.com/dettaglio/evento/52877/john-giorno-space-forgets-you/
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati