Analisi comparata di Boccioni. A Milano
Palazzo Reale, Milano – fino al 10 luglio 2016. Per il centenario della morte, Palazzo Reale celebra l'artista mettendolo a confronto con autori coevi e del passato. Una mostra non priva di difetti ma che trasmette la grandezza di Boccioni, uomo d'azione simbolo del Novecento.
UN ATLANTE DELLA MEMORIA
Muovendosi tra analisi iconografica comparata, filologia e riassunto cronologico delle evoluzioni dell’artista, la mostra che celebra il centenario della morte di Umberto Boccioni (Reggio Calabria, 1882 – Chievo, 1916) si distanzia da una classica antologica – pur comprendendo molti dei suoi capolavori. Tre gli spunti dichiarati, che costellano le sale della mostra, L’Atlante della memoria (album in cui l’artista raccoglieva riproduzioni di opere coeve o del passato), sessanta disegni dell’artista custoditi nel Gabinetto dei Disegni del Castello Sforzesco e i diari.
La scelta di realizzare una mostra analitica e originale, che mette a confronto diretto le opere dell’artista con quelle di altri autori, è lodevole, ma non mancano i difetti. L’impianto teorico (forse più adatto a un saggio che a una mostra, e infatti nel catalogo il procedimento funziona) è leggibile solo in parte nell’esposizione. E l’allestimento non aiuta – affollato, a tratti disordinato e poco elegante, con luce non sufficiente. Eppure, il confronto iconografico dà in qualche caso vita a sguardi illuminanti o originali.
L’ispirazione diretta è lampante ad esempio nel caso del confronto con i lavori di Picasso. In altri casi il riferimento è più generico, come nelle sale relative alla grafica simbolista nordica o al rapporto con l’antico: al di là delle ispirazioni, le opere d’arte prendono forma da un ambito culturale, e allora ogni confronto troppo letterale risulta riduttivo.
ABBANDONI E RITORNI
Meglio allora lasciarsi andare ad altri spunti trasversali che percorrono la mostra. Come l’evoluzione della figura della madre lungo il percorso di Boccioni: dalla dolcezza assoluta e malinconica alla figura volitiva che emerge quando lo stile diventa futurista. Oppure il collegamento tra l’evoluzione del linguaggio futurista e la rappresentazione del panorama urbano milanese – si tratta dunque di un Futurismo umanista e di stampo sociale, piuttosto che legato a idealismi astratti. O ancora, si può semplicemente seguire la successione di stili dell’artista, la loro compenetrazione, gli abbandoni provvisori e i ritorni di Divisionismo, Simbolismo, Liberty e Déco, Futurismo (più “cubista” in Boccioni che negli altri esponenti del movimento) e infine un sorprendente anticipo di Ritorno all’ordine (nell’ultima sala, con lo straordinario Sintesi plastica di figura seduta).
EROICO E FAMILIARE
Ancora una volta Boccioni emerge come un personaggio straordinariamente affascinante, eroico e allo stesso tempo “familiare”. Perché tramite la sua arte incarna alla perfezione l’ethos (e l’èpos) novecentesco, correggendone le storture: Boccioni è l’uomo d’azione, ma senza le derive relative alla volontà di potenza. Le sue evoluzioni artistiche, le variazioni di stile tese a cogliere lo spirito del tempo personalizzandolo, rappresentano la voglia di sperimentare la vita in tutti i suoi aspetti, ma senza cadere nel vitalismo.
Per approfondire la vita e la figura dell’artista arriva puntuale, rispetto all’anniversario e alla mostra milanese, la biografia scritta da Gino Agnese, appena pubblicata da Johan & Levi.
Stefano Castelli
Milano// fino al 10 luglio 2016
Boccioni 100 – Genio e memoria
a cura di Francesca Rossi con Agostino Contò
Catalogo Electa
PALAZZO REALE
Piazza Duomo 12
www.palazzorealemilano.it
MORE INFO:
http://www.artribune.com/dettaglio/evento/51492/boccioni-100-genio-e-memoria/
Gino Agnese – Umberto Boccioni. L’artista che sfidò il futuro
Johan & Levi, Milano 2016
Pagg. 400, € 29
ISBN 9788860101761
www.johanandlevi.com
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