Dall’archivio alla Via Emilia. Fotografie in mostra a Parma
Abbazia di Valserena, Parma – fino al 2 ottobre 2016. La retrospettiva proposta dello CSAC – Centro Archivio e Studi della Comunicazione dell’Università di Parma racconta di un nastro d’asfalto con case abbandonate, poche figure umane, orizzonti multipli, monumenti, piazze, ponti, svolte, angoli, scorciatoie. Luoghi che si intravedono, ricordando le parole di Celati, “quando sbagliamo strada o siamo smarriti o stanchi, o nelle soste dei viaggi, o nei giorni vuoti, nei pomeriggi in cui non si sa dove rifugiarsi”.
UNA TERRA IMPRENDIBILE
Per raccontare l’imprendibilità di una terra appannata, sfuggente, animata dalla via romana consolare più rapida, lo CSAC – Centro Archivio e Studi della Comunicazione dell’Università di Parma, propone un’esposizione, curata da Paolo Barbaro e Claudia Cavatorta e in sodalizio con l’edizione 2016 di Fotografia Europea – dal titolo omonimo al progetto/testo realizzato trent’anni prima.
Dall’archivio di nove milioni di immagini fotografiche custodite nell’Abbazia cistercense di Valserena sono state prelevate e sono presenti in mostra, con minime personali dedicate, alcune fotografie dei grandi maestri che nel cuore padano sono nati e cresciuti: Luigi Ghirri, Olivo Barbieri, Guido Guidi.
TRENT’ANNI DI ESPLORAZIONI
È del 1986 il progetto Esplorazioni sulla Via Emilia/Vedute nel paesaggio: una ricerca combinata, dedicata a un paesaggio anonimo ma mai scontato, “sulla linea di confine tra conosciuto e ignoto”, che vide coinvolti, insieme ai profeti in patria e intorno a Carlo Arturo Quintavalle, Gabriele Basilico, Vincenzo Castella, Cuchi White, Giovanni Chiaramonte, Mimmo Jodice, Mario Cresci – presenti in mostra – Nino Criscenti, Vittore Fossati, Klaus Kinold, Claude Nori, Manfred Willmann.
Un grande alfabeto del reale e dell’incanto di Via Emilia e dintorni, immortalata “come se fosse la prima e l’ultima volta”, spiegava Ghirri, guardando a Evans, pensando a Wenders e “all’ultimo sguardo sul mondo”.
Un desiderio che si riversa su una grande strada, fotografata con una carezza, senza acrobazie formali, senza fretta, esasperazioni di serie, colore o stile. Soprattutto “senza”. Un’Emilia così com’era, per niente paranoica, dove Ghirri (professore a Parma e coordinatore di sguardi, oltre che fotografo) li aveva tutti vicini, da Celati a Parmiggiani, da Dalla ai CCCP.
UN ARCHIVIO DI SGUARDI
In dialogo e in antitesi con le monografie dei maestri, i cassetti dell’archivio e alcuni pannelli sono riservati a nuclei specifici di opere ottocentesche e successive: le fotografie degli studi Alinari, Brogi e Poppi (scovate da Cresci, Ghirri e Migliori), la documentazione dell’Atelier Vasari di Roma, eseguite per AASS poi ANAS dal 1947, il racconto viandante di Bruno Stefani per illustrare i volumi del Touring Club Italiano. E ancora, gli scatti zenitali del parmigiano Bruno Vaghi, dell’Atelier Villani e la fotografia sportiva di Publifoto. Per raccontare i mille volti e storie di una strada e le varie abitudini del vedere, nel periodo di apertura della mostra, una serie di incontri proporranno differenti sguardi sul tema.
Federica Bianconi
Parma // fino al 2 ottobre 2016
Esplorazioni dell’archivio. Fotografie della Via Emilia
a cura di Paolo Barbaro e Claudia Cavatorta
ABBAZIA DI VALSERENA
Strada Viazza di Paradigna 1
0521 033652
[email protected]
www.csacparma.it
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