World Press Photo 2016. I vincitori sono a Roma
Museo di Roma in Trastevere, Roma – fino al 29 maggio 2016. In mostra nella Capitale gli scatti premiati dal celebre concorso internazionale. Dal dramma dei migranti alla potenza della natura, un viaggio attraverso l’umanità dei nostri giorni.
LO SCATTO VINCENTE
“Ero accampato con i rifugiati da cinque giorni sul confine. Un gruppo di circa 200 persone è arrivato, posizionandosi sotto gli alberi lungo la linea di recinzione. Prima sono passate le donne e i bambini, poi i padri e gli uomini anziani”. (W. Richardson)
Nasce così Hope for new Life, lo scatto premiato come fotografia dell’anno per l’edizione 2016 del World Press Photo, in mostra a Roma. L’immagine ritrae un bambino in fasce che viene fatto passare di mano in mano dai rifugiati attraverso una cortina di filo spinato. Siamo al confine tra Serbia e Ungheria e Warren Richardson, il fotografo australiano free-lance, classe 1968, autore dell’immagine, è accampato con i rifugiati mentre la polizia fa le ronde e allontana chi prova a passare con spray urticante.
UN PREMIO ALL’ATTUALITÀ
Il World Press Photo rappresenta da più di cinquant’anni il più grande e prestigioso riconoscimento nell’ambito del fotogiornalismo mondiale. Ogni anno vengono inviati migliaia di scatti da tutti i paesi del mondo, poi selezionati e premiati dalla giuria riunita ad Amsterdam. Il risultato è una raccolta di immagini che rappresentano, in maniera indipendente e totalmente autonoma, un incredibile spaccato della realtà del nostro tempo.
Nell’edizione di quest’anno, il dramma dell’esodo dei rifugiati emerge con particolare forza e ricorre in molte delle categorie premiate, attraverso punti di vista molteplici: lo sguardo ampio e malinconico del russo Sergey Ponomarev, che documenta per il New York Times l’ingresso in Europa di più di un milione di rifugiati in interminabili catene umane (Primo premio, General News, Stories), quello quasi intimo dello svedese Magnus Wennman, che nella serie Where the children sleep ritrae le notti dei bambini rifugiati in immagini quasi evanescenti e oniriche (Terzo premio, categoria People), fino al bianco e nero dell’italiano Francesco Zizola, che ritrae per Médecins Sans Frontières, centinaia di profughi stipati nei barconi nel tratto di mare tra la Libia e l’Italia, trasformando quasi l’umanità stessa in un’indistinta marea senza identità (Secondo premio, Contemporary Issues, Stories).
FOTOGIORNALISMO E VITA REALE
Le immagini di World Press Photo sono intense, cariche di significato: dalla mostra si esce quasi frastornati, con la sensazione che ogni immagine racconti una storia e ogni storia parli in qualche modo anche di noi. Perché che siano la nube di inquinamento sovrastante la città di Tianjin in Cina, gli Orango in estinzione o la gravidanza in vitro di Emily e Kate, la potenza di questi scatti sta nel riuscire a trascendere il singolo momento per farsi espressione di sentimenti universali. Ed è qui che la fotografia giornalistica incontra l’arte: nella capacità di saper cogliere nel flusso continuo di persone, immagini e storie che ci circondano, quel momento in cui, nella frazione breve di uno scatto, la realtà rivela l’emozione.
Emilia Jacobacci
Roma // fino al 29 maggio 2016
World Press Photo 2016
Catalogo 24 ORE Cultura
MUSEO DI ROMA IN TRASTEVERE
Piazza Sant’Egidio 1b
06 0608
[email protected]
www.museodiromaintrastevere.it
www.worldpressphoto.org/collection/photo/2016
MORE INFO:
http://www.artribune.com/dettaglio/evento/53265/world-press-photo-2016/
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