Arte e materia. Due mostre a Firenze
Eduardo Secci Contemporary, Firenze – fino al 28 maggio / fino al 4 giugno 2016. Le due sedi fiorentine della galleria ospitano altrettante mostre incentrate sul legame tra spazio, materia e intervento artistico. Usando la pratica creativa come bussola e richiamando alla mente gli assunti della meccanica quantistica.
QUANTI E ARTE
La meccanica quantistica afferma che un quanto può essere, al medesimo tempo, due rappresentazioni opposte di una stessa realtà (particella e onda), avvicinandosi alla concezione eraclitea in cui tutto il divenire può essere e non essere contemporaneamente. Partendo da un simile assunto, risulta molto più facile entrare in contatto con gli artisti in mostra presso i due spazi della Galleria Eduardo Secci. Basti prendere ad esempio, su tutti, il lavoro di Carlo Bernardini: una scultura fatta di luce, che a sua volta crea scultura, ma per difetto, delimitando i confini del buio intorno a sé. Un’installazione permeabile in fibra ottica, dove è la luce a generare l’opera, negandola, e negando dunque anche se stessa.
Che al contempo sia proprio lo spettatore allora, con la sua presenza/assenza, a ri-definire lo spazio vitale per l’atto creativo? La risposta sembra quasi essere, non a caso, solo quantisticamente contraddittoria, proprio come l’opera di Bernardini. Da una parte, la demitizzazione della sacralità dell’iconologia tradizionale, un rifiuto delle stigmate classiche che cede il posto a un’esaltazione della dimensione informe della marginalità artistica (Charlotte Mumm, Nick Hornby). Dall’altra, il loro necessario riscatto, tanto eclatante negli altari contemporanei di Ludovico Bomben, quanto più sussurrato nello scolastico neon di Jonathan Sullam, ad alimentare il cordone ombelicale che ci tiene ineluttabilmente legati al passato.
UN CAOS CREATIVO
Nonostante gli apparenti contrasti, tutte le opere esposte solennizzano il carattere fortuito e caotico del creare, esaltandone la sua permeabilità a ogni possibile linguaggio e materia, dai suoni in vitro di Roberto Pugliese, al nastro adesivo di Monika Gryzmala, fino al cartone di Esther Stocker, pur non ponendo alcuna specifica proprietà ambientale, ma lasciando a definire il legame la semplice territorialità degli oggetti stessi. Succede allora che sia il lavoro di ciascuno a cercarsi con gli altri, stabilendo un rapporto empatico e condiviso, un divenire indeterminato dell’arte tale da far percepire un continuo transito tra le opere, e non si riveli più possibile isolarne le caratteristiche individuali, ma solo l’energia d’insieme.
È un muoversi interattivo e un mettersi in rete che evidenzia il passaggio dall’una all’altra, in piena attualità, basato su una pratica di socialità che è tanto politica quanto creativa, in sintonia con il carattere temporaneo di un esistere che, oggi come non mai, è prima di tutto la risposta a un’esigenza di tipo culturale. Eraclito, chissà, forse lo avrebbe definito un qualcosa di simile a un incontro casuale, capace di produrre al contempo una confusione e una fusione, proprio come avviene con i quanti. A dimostrazione che, lavorando sulle attitudini e sui loro risultati improvvisati ed effimeri, si possono ottenere sempre i più imprevedibili effetti poetici.
Sarah Venturini
Firenze // fino al 4 giugno 2016
Tensioni Strutturali #1
a cura di Angel Moya Garcia
EDUARDO SECCI
Piazza Goldoni 2
055 661356
Firenze // fino al 28 maggio 2016
Attitudes >Sculptures #1
a cura di Daniele Capra
EDUARDO SECCI
Via Maggio 51r
055 283506
[email protected]
www.eduardosecci.com
MORE INFO:
http://www.artribune.com/dettaglio/evento/51541/tensioni-strutturali-1/
http://www.artribune.com/dettaglio/evento/51540/attitudes-sculpture-1/
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