Nello studio d’artista. Una mostra a Roma
American Academy in Rome – fino al 3 luglio 2016. Una mostra sull'idea e la pratica dello studio d'artista, costruita con intelligenza e un fantasioso rigore. Affiancando storici artisti e giovani leve della creatività.
IL MITO DELLO STUDIO D’ARTISTA
Clausura e vetrina, laboratorio ideale e materiale, lo studio di un artista è da sempre un luogo carico di suggestioni, incrocio tra le aspettative del pubblico esperto (critici, curatori, compratori) e le proiezioni degli stessi artisti.
Da tempo il tema è oggetto di crescenti attenzioni accademiche (da segnalarsi, nella produzione più recente, Hiding Making/Showing Creation, un bel volume curato da Rachel Esner e incentrato sul cortocircuito proprio degli atelier tra il mostrare e il nasconderne l’opera), ma una mostra in proposito è cosa rara, e già solo per questo l’operazione realizzata dalla American Academy – per la cura del suo direttore artistico, Peter Benson Miller, che qui ha esplicitato le ragione della rassegna – risulta meritoria. Il risultato concreto, poi, è molto interessante sin dal suo tentare una ricognizione di due opposti atteggiamenti degli artisti rispetto alla dimensione spirituale dello studio, attraverso l’opera di due figure emblematiche quali Philip Guston (che della American Academy fu più volte ospite) e Marcel Duchamp.
RIFLESSIONI TRA STORIA E PRESENTE
Assertore di una posizione affine alla tradizione romantica il primo, per cui lo studio è rifugio esistenziale e presupposto della creazione artistica (fino a farne il tema ricorrente delle proprie opere), prototipo dell’artista mobile e sradicato il secondo, Guston e Duchamp sono affiancati in mostra da una ristretta selezione di giovani artisti, le cui opere si insediano con intelligente ambiguità nel percorso concettuale allestito lungo i luminosi spazi espositivi.
Le fotografie di Richard Barnes, ad esempio, rinviano alla dimensione di raccoglimento propria di una piccola costruzione di legno isolata – ma scoprire che la cabin delle immagini non è il rifugio bucolico di qualche esponente della Hudson River School, bensì quello di Unabomber, carica l’immaginazione di inattese tensioni.
In maniera simile, Josephine Halvorson deturna lo stereotipo della finestra dello studio d’artista piegando la figurazione pittorica a una serialità straniante. Da segnalare inoltre il video di Yuri Ancarani, Séance, incentrato sulla mitologica casa dello spirito allestita a Torino da Carlo Mollino, e la strategia classificatorio-identitaria tentata da Suzanne Bocanegra nel video in cui passa in rassegna i contenuti del suo studio. Approfondito e di affabile erudizione, infine, il catalogo della mostra.
Luca Arnaudo
Roma // fino al 3 luglio 2016
Studio Systems
a cura di Peter Benson Miller
AMERICAN ACADEMY IN ROME
Via Angelo Masina 5
06 58461
[email protected]
www.aarome.org
MORE INFO:
http://www.artribune.com/dettaglio/evento/53645/studio-systems/
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati