Tra orizzonti e migrazioni. Due mostre-osservatorio a Catania
Fondazione Brodbeck, Catania – fino al 10 giugno 2016. Due mostre, in dialogo, per un nuovo ciclo espositivo. Mauro Cappotto e Federico Baronello mettono al centro il principio di documentazione, l’osservazione dei luoghi e delle comunità, la lettura della storia mediata dalla sensibilità estetica e poetica. E si parla di migrazioni, orizzonti, frontiere…
GLI OSSERVATORI DI CAPPOTTO
Un osservatorio è un radar, un palco, un rifugio, un promontorio, una posizione penultima, una chance. È il punto da cui si disegna, coraggiosa, una prospettiva. Pulpito, trampolino, scala, volo senza paracadute, linea infinita. E ancora, soprattutto, spazio di meditazione. Tregua.
Mauro Cappotto (Messina, 1965), nei suoi molti viaggi berlinesi, di osservatori ne ha documentati parecchi, schizzandoli su un foglio, fotografandoli con una certa ossessione. Erano corpi fieri, severi, piazzati davanti al muro, per sporgersi al di là. Anche il cielo si spaccava in due, anche lo sguardo si faceva doppio, lungo l’austera ferita di cemento. Da Berlino Est si sbirciava la vita di Berlino Ovest, e viceversa. Bastava arrampicarsi su quei trespoli, oggi scomparsi.
È questo il leitmotif della personale di Cappotto alla Fondazione Brodbeck di Catania, per la prima tappa di Unfinished Culture, nuovo ciclo curato da Giovanni Iovane, con la direzione artistica di Gianluca Collica.
MEMORIA E RITO
Cappotto nutre, con una buona dose di delicatezza poetica, un immaginario popolato di memorie collettive, storie di provincia, pagine metropolitane, rituali consumati e rigenerati. Qui un orizzonte di preziose tesserine, vestite di resina, ripete l’immagine dell’osservatorio, detournato, mischiandolo con frammenti di luoghi, giorni, memorie. E dinanzi a questa linea imperfetta – che a un certo punto si spezza sulla parete a fianco, mettendo in movimento lo spazio – la foto di uno scorcio d’azzurro, tra mare e cielo, diventa il paesaggio che dall’alto si scruta. Oltre la siepe, oltre la visione costretta o limitata. Lo sguardo, quando si proietta libero, è esercizio di resistenza, possibilità inaudita, sfondamento e raccoglimento.
Stessa tensione fra grandezze diverse e utopie quotidiane nell’enorme vaso in terracotta dentro cui fiorisce un prato: contenere l’incontenibile, per un’opera che arriva – reinventata – da una piazza di Ficarra.
L’IMMAGINARIO DI BARONELLO
Nell’altra sala le foto e i video di Federico Baronello (Catania, 1968) dialogano con l’osservatorio ligneo di Cappotto, stavolta riprodotto a dimensioni reali. Diverse le serie selezionate, per un archivio di immagini potenti, luminose, in cui il tema è quello delle migrazioni, del traffico di materie prime e di persone, dei destini del Mediterraneo, dell’orizzonte come frontiera. Al centro la Sicilia, con Lampedusa, il Cara di Mineo, il naufragio di Porto Palo, le coltivazioni di pomodori a Vittoria: volti diversi di un unico processo di Indigenazione, sul piano geografico e giuridico, dei diritti e dei territori.
I due progetti si muovono lungo una medesima frequenza – viaggi, sguardi, riflessioni, esplorazioni – provando a documentare contesti sociali e traiettorie umane. Mentre la poesia si affila e diventa metodo, empatia lucida. Pratica necessaria fusa con la storia.
Helga Marsala
Catania // fino al 10 giugno 2016
Federico Baronello / Mauro Cappotto – Unfinished Culture #1
FONDAZIONE BRODBECK
Via Gramignani 93
06 68210988
[email protected]
www.fondazionebrodbeck.it
MORE INFO:
http://www.artribune.com/dettaglio/evento/52812/unfinished-culture-1/
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