Salvucci, Fraddosio, Marini. Due mostre a Roma
Museo Carlo Bilotti, Roma – fino al 26 e 30 giugno 2016. Due mostre animano gli spazi dell’Aranciera di Villa Borghese. Barbara Salvucci svela il segreto vitale nascosto nelle cose, catturando l’essenza di ogni attimo e di ogni colore, mentre Antonio Fraddosio e Claudio Marini danno voce alle paure, ai timori, ai pericoli e alle ansie di un’intera generazione di sopravvissuti.
IL PESO DELLA MATERIA
Raccontare la trasformazione attraverso un’isola di zinco apparentemente molto leggera ma in realtà estremamente potente. Cosa si nasconde dietro questi disegni? Sicuramente la volontà di andare oltre, di arrivare in profondità. Sia nelle opere grafiche in china sia nelle grandi trame di ferro e nelle resine colorate Barbara Salvucci (Roma, 1970), il materiale diventa vivo nonostante la mole che lo condanna alla stasi. Una danza flessuosa le riscatta dalla loro perenne condizione di immobilità e le innalza a un livello etereo quasi impercettibile. Elementi volatili, leggeri, quasi meduse marine. Una volta negata la loro sostanza prendono nuova vita anche in relazione alle loro ombre, innumerevoli. Pieni e vuoti, senza definizione. Elementi zen, silenzio, meditazione. Tessuti, trame, incastri in uno spazio tempo dilatato e mitico. Nero, bianco, rosso. Espressione, ambivalenza, fascino eterno.
NAUFRAGI E SALVEZZA
La riflessione di Antonio Fraddosio (Barletta, 1951) e Claudio Marini (Velletri, 1947) insiste, invece, sull’assunto che il mondo intero vive un profondo momento di agitazione e crisi. Un’inquietudine perpetua dove il pensiero comune a molti è proprio quello di “salvarsi dal naufragio”. Crisi morali, atti estremistici hanno sconvolto l’Europa, rendendola un’isola in-felice. La vita stessa ha perso il suo valore sacro. Sono venuti meno tutti i diritti. Due artisti, geograficamente distanti, hanno elaborato una riflessione comune attraverso pittura e scultura. Realizzato una sintesi, un punto della situazione. Una visione apocalittica, ricca di elementi negativi troppo a lungo sottovalutati. Inquinamento, terrorismo, scontri etnici, afflusso migratorio incontrollato, senso di precarietà (forse più di pericolo) ben messo in evidenza in queste opere inquiete, sgualcite, strappate, liquefatte. Reali, vere, crude come la realtà che le contiene. Non c’è più nessuna retorica celebrativa, anzi. Solo nero, come nelle bandiere. Nessuna gloria, solo tormento, insicurezza, panico. Da cui è necessario salvarsi.
Michele Luca Nero
Roma // fino al 26 giugno 2016
Barbara Salvucci – INK
a cura di Maria Grazia Tolomeo
Roma // fino al 30 giugno 2016
Salvarsi dal naufragio – Fraddosio/ Marini
a cura di Gabriele Simongini
MUSEO CARLO BILOTTI
Viale Fiorello La Guardia
06 0608
[email protected]
www.museocarlobilotti.it
MORE INFO:
http://www.artribune.com/dettaglio/evento/53500/barbara-salvucci-ink/
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