Prove di curatela. Alla Fondazione Sandretto
Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino – fino al 16 ottobre 2016. Nuovo appuntamento con la mostra annuale curata dai giovani professionisti stranieri in residenza presso l’istituzione torinese. Tra richiami futuristi e installazioni contemporanee, una rassegna densa, che non convince del tutto.
DALLA PAROLA ALL’IMMAGINE
È tratto dal libro di Fortunato Depero A passo romano (1943) il titolo della mostra allestita da tre giovani curatori stranieri che hanno soggiornato quest’anno presso la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino.
Dietro le questioni migratorie si cela un primo fil rouge che avvolge le opere esposte. L’immagine ricopre un ruolo determinante, va oltre la parola: lo raccontano gli scritti di Depero, dal passo romano che apre la mostra al quaderno degli Esercizi di lingua inglese (1928-1930), taccuino personale risalente al viaggio dell’artista a New York e utilizzato per apprendere l’inglese.
Il testo scritto è disposto in modo tale da disegnare svastiche e iconografie futuriste. Esso si mette al servizio dell’immagine, creando un originale duden d’artista in cui i vocaboli in inglese corredano le illustrazioni degli oggetti di riferimento.
ESTETICA E IDENTITÀ
Si determina un processo estetizzante che conosce esiti interessanti e del tutto inconsapevoli: è il caso della raccolta di disegni di Salvo, inscritta nella ricerca dell’artista sul paesaggio mediterraneo come luogo di idealizzazione e rifugio. La carta intestata degli alberghi su cui vengono realizzati i disegni documenta – suo malgrado – gli spostamenti dell’artista nel mondo, facendo luce su processi e contesti della sua pratica.
Cercando di destreggiarsi in questa ricerca identitaria carica di stimoli differenti, gli oggetti vengono presentati nella loro autonomia, rispecchiando in parte il viaggio intrapreso dai curatori durante il loro periodo di ricerca in Italia. Ne è un riferimento diretto InveroSIMILE (1999-2000) di Luigi Ontani (maschera che fonde due sorrisi sardonici, simbolo di infinito), opera apprezzata durante la visita al villino RomAmor di Riola.
UNA MOSTRA SFUGGENTE
Tuttavia, questa ricchezza di pungoli sfugge di mano al visitatore, a dispetto della presenza del cancello metallico – il Corral Gates (1989) di Cady Noland – abitualmente impiegato per rinchiudere il bestiame e qui lasciato parzialmente aperto, quasi a disperdere una serie di temi rilevanti, ma poco sviluppati all’interno del percorso espositivo. Dal paesaggio arcadico di Salvo alla serie di abbracci di Turi Rapisarda, dalle gabbie aperte per uccelli migratori all’installazione video-mappa The Island Behind the Horizon (2015) di Elisa Caldana.
Qui la visione dell’orizzonte ha un ruolo centrale: adottando il punto di vista di un osservatore in mare, si vuole dare risalto “alla condizione di un essere umano in movimento verso un futuro desiderato” ma distante e incerto. Ben si sposa col motivo delle onde la pittura su sicofoil Rosso Giallo (1968) di Carla Accardi, punto di partenza e di fine ideale del percorso.
Massimiliano Simone
Torino // fino al 16 ottobre 2016
Passo dopo Passo
a cura di Tenzing Barshee, Molly Everett, Dorota Michalska
FONDAZIONE SANDRETTO RE REBAUDENGO
Via Modane 16
011 3797600
[email protected]
www.fsrr.org
MORE INFO:
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