Ogni opera di Piero Fogliati (Canelli, 1930 – Torino 2016), scomparso lo scorso marzo e troppo poco conosciuto dal grande pubblico, ma presente in alcune importanti collezioni, è frutto di una ricerca straordinaria sulla percezione, sul suono. I lavori in mostra a Milano si collocano, cronologicamente, in oltre trent’anni di attività, dagli Anni Settanta agli Anni Duemila. Sono opere in cui il ruolo di chi guarda deve essere più che mai attivo. Ogni lavoro necessita una speciale dedizione da parte dello spettatore. Tutto è pervaso dal suono della natura, dal colore della pioggia. Elementi apparentemente imprendibili, che Fogliati ha catturato per noi con una leggerezza poetica della quale solo pochi artisti sono stati capaci. Sono opere fatte di nulla, nessun preziosismo facile. La Torino della fine degli Anni Cinquanta, inizio Sessanta, in cui Fogliati si è formato è stata una città straordinaria. E lui uomo, prima ancora che artista, curioso, è riuscito a percepire e frequentare situazioni importanti, cogliendo per esempio, la portata della musica sperimentale che in quel particolare momento storico stava vivendo una stagione straordinaria, in perfetto dialogo con la cosiddetta arte figurativa.
Angela Madesani
Milano // fino al 6 agosto 2016
Piero Fogliati – Eterotopia
DEP ART
Via Comelico 40
02 36535620
[email protected]
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