UNA COPPIA DI LUNGA DATA
Danger zones è il titolo della prima grande mostra retrospettiva di Anne e Patrick Poirier (rispettivamente Marsiglia e Nantes, 1942). La particolarità della mostra, curata da Lóránd Hegyi, direttore del museo di Saint Étienne, che da molti anni lavora con la coppia francese, è la possibilità di ripercorrere attraverso una quarantina di opere un percorso di grande fascino che, in tempi non sospetti, ha preso in esame alcuni temi portanti della contemporaneità. Archeologia, architettura, fragilità, silenzio, memoria, oblio, sono solo alcuni degli argomenti che la coppia ha indagato a partire dagli Anni Sessanta.
LA MOSTRA
La rassegna è divisa in sale – quella delle rovine del futuro, quella degli sguardi interiori, dell’incertezza e dell’oblio, della memoria rimossa, delle utopie della memoria. In ogni sala trovano spazio opere realizzate con media diversi, dalla fotografia al video fino alle installazioni e ai calchi. La loro ricerca è all’insegna di una grande intelligenza progettuale, che conduce il visitatore in un viaggio nel tempo in cui il presente si pone in aperto dialogo con passato e futuro. Come accade in Domus Aurea, Construction IV del 1977, una città di carbone, nera, costruita nell’acqua, di 17 metri di lunghezza e 6 metri di larghezza.
I Poirier raccontano di essere rimasti colpiti, quando, negli Anni Settanta, sono entrati per la prima volta in quel luogo, chiuso al pubblico. Era un mondo sotterraneo, labirintico, che hanno subito assimilato all’Inconscio. Il rapporto tra l’architettura e la struttura della mente, del cervello è uno degli elementi cardine della loro indagine.
CITTÀ E ANARCHIA
In mostra c’è anche un altro grande modello di città, Exotica del 2000, di 13 metri per 10. si tratta di una città totalmente anarchica, una delle nostre metropoli, cresciute senza la logica di un piano regolatore. È una città che si è espansa a macchia d’olio come un cancro, le cui metastasi mefitiche spirano un’aura mortifera.
Ci troviamo in un luogo in cui l’humanitas è totalmente assente, è una città in movimento in cui si trovano stazioni, aeroporti, statue, bidonville, ma anche night-club e persino un museo. Anche qui tutto è grigio, il consumismo è devastante. È la città del no-logo, citando Naomi Klein.
DALLA FRANCIA A LOS ANGELES
Per la prima volta, inoltre, è esposto il Journal de Los Angeles, composto da 270 pagine: un’opera straordinaria, che la coppia ha realizzato durante la residenza nella metropoli americana. Un periodo importante della loro storia, durante il quale hanno lavorato a stretto contatto con Salvatore Settis sui temi della memoria in aperta relazione con l’opera di Aby Warburg. Il giornale è stato un complesso esercizio per entrare in questo mondo così diverso dal loro, una pratica per impossessarsi dei luoghi nelle loro svariate forme, che i Poirier esercitano sino dall’inizio del loro cammino artistico.
Notevole, in mostra, anche il ruolo degli scatti fotografici, in particolare quelli con protagonisti i fiori, che testimoniano l’inesorabile fragilità dell’esistenza.
Angela Madesani
Saint Étienne // fino al 29 gennaio 2017
Anne & Patrick Poirier – Danger Zones
a cura di Lóránd Hegyi
MAMC
Rue Fernand Léger
www.mam-st-etienne.fr
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