14 anni a Cuba. Il viaggio fotografico di Ernesto Bazan

ZAC, Palermo – fino al 28 settembre 2016. Un palermitano a Cuba. Tanti anni trascorsi sull’isola di Fidel, scattando fotografie, organizzando workshop con studenti di tutto il mondo, lavorando a mostre e pubblicazioni. Ernesto Bazan, con la sua lunga esperienza di reporter, espone a Palermo un’ampia selezione del suo lavoro. Ma lo spazio si rivela inadatto.

CUBA SECONDO BAZAN
Dopo la bella retrospettiva su Letizia Battaglia, Zac – spazio per l’arte contemporanea del Comune di Palermo – ospita un altro maestro della fotografia, con molti anni di ricerca alle spalle e molti chilometri macinati, trasposti su pellicola, tradotti in racconto. Un reporter, anche lui. Dall’anima delicata, di viaggiatore e di poeta. Ernesto Bazan mette in fila la sua Trilogia Cubana: Bazan Cuba, Al Campo, Isla. Un viaggio continuo nel cuore della splendida isola caraibica, catturando l’anima di luoghi del quotidiano, del lavoro, degli affetti familiari: al centro, tra colori saturi e bianchi e neri pastosi, ci sono spesso la cultura stratificata, la disciplina e la fatica dei contadini consumati dal sole; e poi i paesaggi grandiosi ma anche i dettagli qualunque, divenuti elementi chiave di una sintassi visiva semplice, eloquente, commossa, popolare. Ci sono case, campi, cascate, bambini, cani, muscoli tesi e volti rugosi, ombre, marciapiedi, abbracci, solitudini, legami. Tutto così veloce e casuale. Eppure, così presente.
Era il 1992 quando il giovane Bazan, con la sua storia di isolano e globetrotter – nato nel 1959 a Palermo e formatosi alla School of Visual Arts di New York – arrivò a Cuba, nelle vesti di turista. Fu amore, all’istante. “La Sicilia e Cuba sembrano coincidere come due pezzi di un puzzle”, avrebbe scritto tempo dopo. Per 14 anni, fino al 2006, quell’isola sarebbe stata ispirazione massima e nutrimento esistenziale.

Ernesto Bazan - Cuban Trilogy - installation view at ZAC, Palermo 2016

Ernesto Bazan – Cuban Trilogy – installation view at ZAC, Palermo 2016

UN ALLESTIMENTO DEBOLE
La mostra ha il merito di raccontare una bella vicenda personale e professionale. Ma fallisce sul piano del display. Le immagini procedono fitte lungo una linea continua, che taglia le pareti dell’imponente hangar senza trovare respiro, dinamica, significato. Una non narrazione che annoia e che sottrae, a queste fotografie di piccolo e medio formato, l’intimità di cui avrebbero bisogno. L’enorme navata dello Zac è quindi interrotta da una serie di improbabili banner appesi, stampati (su un solo lato) con testi critici e biografici, oltre che da casse da imballaggio e bauli. Allestimento debole, che prova a bilanciare il vuoto centrale con elementi scenici o grafici inconsistenti.

ZAC E IL FUTURO
Sbagliata la mostra, forse, per questo spazio difficile, che meriterebbe pochissime produzioni monumentali site specific, di altissimo profilo. Oltre a budget adeguati e a una valida direzione manageriale e curatoriale. Impresa a quanto pare impossibile – nonostante i lodevoli sforzi – per qualunque amministrazione. Mentre un progetto complessivo per i Cantieri Culturali alla Zisa – magari ripartendo dall’idea di una fondazione, col coinvolgimento dei privati, con un’autonomia scientifica e finanziaria, con un piano di sostenibilità a lungo termine – resta ancora, amaramente, utopia.

Helga Marsala

Palermo // fino al 28 settembre 2016
Ernesto Bazan – Cuban Trilogy
a cura di Daniele Alamia
ZAC

Via Paolo Gili 4
091 8431605
[email protected]
https://www.comune.palermo.it

MORE INFO:
www.artribune.com/dettaglio/evento/55426/ernesto-bazan-cuban-trilogy/

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Helga Marsala

Helga Marsala

Helga Marsala è critica d’arte, editorialista culturale e curatrice. Ha insegnato all’Accademia di Belle Arti di Palermo e di Roma (dove è stata anche responsabile dell’ufficio comunicazione). Collaboratrice da vent’anni anni di testate nazionali di settore, ha lavorato a lungo,…

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