Tutte le sfumature dell’immagine. A Venezia
Collezione Peggy Guggenheim, Venezia – fino al 19 settembre 2016. Ultimo mese utile per visitare la grande rassegna intitolata all’immagine e ai protagonisti di una stagione artistica fondamentale. Che ha segnato in maniera permanente la storia creativa italiana.
UN ANTIDOTO ALLE DEFINIZIONI
L’immagine è un terreno rischioso, fatto di luoghi comuni e false credenze resi pericolosi da una cultura visiva sempre più univoca. La ricognizione effettuata da Luca Massimo Barbero sulla pelle di un decennio cruciale – dal 1960 al 1969 – in un contesto geografico sfaccettato come quello italiano è un antidoto alla sicurezza granitica delle definizioni.
La mostra, allestita negli spazi lagunari della Collezione Peggy Guggenheim, si rivela un percorso a occhi bene aperti fra i nodi dell’immagine, trasformati in una rete di possibilità in cui è utile incespicare. Senza alcuna pretesa di cronologie stringenti, ma lasciando su uno sfondo illuminato la fondamentale esperienza di Azimut/h, Imagine individua nell’esordio degli Anni Sessanta un nuovo e stimolante punto di vista da cui guardare alla rappresentazione, abbattendone i confini.
FRA TORINO E ROMA
In un andirivieni meditato ma d’impatto lungo l’asse che unisce Torino e Roma, la mostra lascia emergere le allora giovani leve dell’arte italiana, destinate a fare dell’immagine il fulcro della propria poetica. La Margherita di fuoco di Jannis Kounellis inaugura un itinerario costellato di rimandi e soluzioni visive autonome, al di là e al di qua della materia, dove l’immagine diventa quasi un oggetto vivo, fatto di una superficie organica, capace di interagire con la realtà e di schiudere, agli occhi di chi guarda, una concatenazione di sfumature impreviste.
Da Franco Angeli a Domenico Gnoli, da Tano Festa a Mario Schifano, passando per Michelangelo Pistoletto e Giosetta Fioroni, ciò che accomuna i protagonisti della rassegna, in parallelo a un terreno storico comune, è l’attitudine a rivolgersi all’immagine in maniera inedita. In una sorta di caccia al tesoro tra molteplici livelli di profondità, gli artisti di quel decennio chiave mescolano concretezza, percezione e tattilità, senza il timore di sparigliare le carte di una tradizione cui attingere in maniera critica.
ARTISTI SENZA PAURA
Ecco allora che l’odalisca di Ingres rivive nell’omonima opera di Tano Festa, determinato a incasellarla in un “qui e ora” fatto di geometrie e piani mancanti, mentre Giosetta Fioroni scompone la dea botticelliana nel Particolare della nascita di Venere, trasformando il viso di quest’ultima in un caleidoscopio di dettagli in close-up. Il ricordo di un passato futurista impregna L’inverno attraverso il museo di Mario Schifano, incalzato, però, da un presente optical in rapido avvicinamento, sull’onda di un bianco e nero impavido, che detta anche i contorni della celeberrima rosa stilizzata da Kounellis.
Un’altra rosa, stavolta bruciata e firmata da un Michelangelo Pistoletto nel pieno delle sue energie, chiude il cerchio di un percorso espositivo e concettuale sulle tracce di un’immagine dai tanti volti, che non ha paura di mostrarsi vulnerabile e, al tempo stesso, fermamente ancorata alla materia. Senza etichette e definizioni obbligate, sbandierando un po’ di quella sfrontatezza che, oggi, farebbe bene al presente.
Arianna Testino
Venezia // fino al 19 settembre 2016
Imagine. Nuove immagini nell’arte italiana 1960-1969
a cura di Luca Massimo Barbero
COLLEZIONE PEGGY GUGGENHEIM
Dorsoduro 701
041 2405411
[email protected]
www.guggenheim-venice.it
MORE INFO:
http://www.artribune.com/dettaglio/evento/53130/imagine-nuove-immagini-nellarte-italiana-1960-1969/
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