Cancellature libertarie. Emilio Isgrò a Milano
Milano, sedi varie – fino al 25 settembre 2016. Un'antologica in tre sedi celebra l'artista siciliano nella sua città d'adozione. A Palazzo Reale una carrellata di opere storiche e recenti; alle Gallerie d'Italia e alla Casa del Manzoni opere inedite tra celebrazione e dissacrazione.
DEFINITIVA CONSACRAZIONE
Per Emilio Isgrò (Barcellona Pozzo di Gotto, 1937) la mostra in tre sedi pubbliche milanesi suona come una definitiva consacrazione. Lo stesso artista ha ricordato, durante la presentazione, come ancora nel 2008 la scelta di Marco Bazzini di dedicargli una retrospettiva al Centro Pecci fosse una decisione coraggiosa, controcorrente. Ma la rivalutazione di cui ha goduto negli anni successivi l’artista, ormai considerato tra i maggiori autori italiani, è certamente meritata – come dimostra ora l’antologica milanese, anch’essa curata da Bazzini.
Visitandola, si coglie l’ampiezza della sua opera. E si intuisce anche il possibile motivo della parziale rimozione di cui essa soffriva: la difficoltà di classificazione. Meno serioso rispetto al concettuale puro, austero rispetto a qualsiasi tentazione pittorica/espressionista, Isgrò rimane in un territorio soltanto suo.
NON SOLO CANCELLATURE
Il corpo principale della mostra è l’ampia retrospettiva al Palazzo Reale. Ovviamente sono esposti molti esemplari di Cancellature, interventi su libri e testi vari in cui l’occultamento della maggioranza delle parole fa emergere un senso nuovo e paradossale. Come scrive Isgrò, “il potere della cancellatura risiede nella capacità di aprire le porte del linguaggio fingendo di chiuderle; nel far riemergere la volontà di parlare in un mondo che censura la parola, la diversità e le culture”.
Un altro filone ampiamente rappresentato è poi quello delle opere tra poesia visiva e pop –forse i capolavori di Isgrò: motti fulminanti e stranianti che sabotano lo strapotere dell’immagine e della comunicazione di massa tramite la tendenziosità della didascalia. E poi ecco i particolari ingranditi, i semi di arancia, le opere sulla cultura Mediterranea, la sala su Chopin, quella su Guglielmo Tell, l’installazione sulla strage di Bologna.
LE ALTRE DUE SEDI
Un’antologica ben concepita e ricca, insomma. Anche se l’allestimento fitto in alcuni passaggi rischia di smorzare la forza delle singole opere. Ma è certamente un compito arduo allestire una mostra di contemporaneo nelle sale di Palazzo Reale. E ai difetti strutturali si sommano purtroppo situazioni da commedia degli equivoci: al momento della nostra ultima visita, dopo un mese dall’apertura della mostra, due delle opere sono esposte senza i giusti criteri di luce, andando contro il volere di artista e curatore (l’installazione sulla strage di Bologna prevedrebbe una fase di buio e l’opera su Chopin la penombra).
Dimenticando gli intoppi, la mostra prosegue poi con due appendici a poca distanza dalla sede principale. Alla Casa del Manzoni, dove Isgrò omaggia il grande scrittore con una serie di inediti. E nel caveau delle Gallerie d’Italia: qui, la “vittima” della cancellatura è il Ritratto di Manzoni di Hayez: l’opera di Isgrò è proposta in uno scenografico allestimento semovente.
Stefano Castelli
Milano // fino al 25 settembre 2016
Emilio Isgrò
a cura di Marco Bazzini
Catalogo Electa
PALAZZO REALE
Piazza del Duomo 12
02 875672
www.palazzorealemilano.it
GALLERIE D’ITALIA
Piazza della Scala 6
800167619
[email protected]
www.gallerieditalia.com
CASA DEL MANZONI
Via Morone 1
[email protected]
www.casadelmanzoni.it
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