UN ARTISTA INUSUALE
“C’è la bellezza, e ci sono gli umiliati. Per quanto difficile l’impresa, cercherò di non tradire mai l’una e gli altri”. La dichiarazione di principi di Albert Camus torna in mente mentre si osserva l’installazione realizzata a Polignano a Mare da Mathew McWilliams (Vancouver, 1973; vive a Parigi e Sidney).
L’artista canadese non è nuovo a operazioni sottili e spiazzanti, misurate sull’inusualità dei luoghi a disposizione, in particolare in Italia e al di fuori dai circuiti stabiliti: alcuni anni fa, nelle valli della Sabina, realizzò a Montasola una mostra in una farmacia abbandonata, mentre a Rivodutri operò il ricalco su carta di un arco alchemico e di antichi affreschi. Per molti versi, dunque, il passaggio nella raccolta chiesetta di Santo Stefano (un edificio trecentesco che, dopo essere stato sconsacrato, ha pure fatto da deposito per opere di Pino Pascali, e che dall’anno scorso funziona come galleria-vetrina osservabile solo dall’esterno), nel cuore del borgo marinaro pugliese, è una conferma della peculiare capacità di McWilliams di confrontarsi, attraverso i mezzi visivi e concettuali dell’arte contemporanea, con le forme e gli spazi della storia. Nell’occasione presente, tuttavia, l’artista innesca anche una considerazione delle cronache più recenti – come il dramma degli sbarchi dei profughi – con una compostezza e una intelligenza compositiva notevoli.
LO SPIRITO DEL PRESENTE
Una serie di veli celesti lasciati fluttuare nel bianco antico degli interni di pietra, un pavimento solcato da coperte isotermiche: la mostra, materialmente, è tutta qui, ma nel dialogo e nella combinazione degli elementi si sviluppa una complessa pluralità di questioni, richiami che vanno dalla mistica cromatica della tradizione cattolica ai colori del mare e della prima accoglienza, lungo la via verso lo spirituale aperta – da Kandinsky in avanti – grazie alla mediazione del colore.
“L’icona”, riflette il curatore Roberto Lacarbonara, “diventa un problema visivo che rimbalza continuamente tra l’uomo, la cui misura è trasferita nei moduli rettangolari che tagliano l’ambiente, e un’infinità che si apre nell’azzurro e nell’oro, formule cromatiche della trascendenza”. Alla bellezza del problema visivo e della soluzione offerta da McWilliams, nel richiamo al dramma degli umiliati ora più vicino a noi, si aggiunge infine la sorpresa poetica di un effetto di “luce al rovescio” dell’installazione, con le profondità celesti degli interni della chiesa che, durante la notte, si accendono proprio quando quelle del mare retrostante si tingono di oscurità.
Luca Arnaudo
Polignano a Mare // fino al 4 settembre 2016
Mathew McWilliams – Observatory
a cura di Roberto Lacarbonara
EXCHIESETTA
Vico Santo Stefano
[email protected]
www.exchiesetta.com
MORE INFO:
http://www.artribune.com/dettaglio/evento/55458/mathew-mcwilliams-observatory/
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati