“Sono un artista inquieto e mi interessa il momento in cui la materia diviene iper-materia e non-materia. La più alta meta per noi è l’esoterico, l’immateriale”. Mai come nella carnalità delle creature di cere e siliconi demiurgicamente evocate da Anish Kapoor (Mumbai, 1954) presso Casamadre riluce l’essenza di quel confine che lega, in olistica, indissolubile compresenza, corpo e anima, materia e spirito, pragma e prana. E, davvero, non è dato sapere ove sia rinvenibile il vuoto o il pieno dell’uno o dell’altro, in continuo travaso Zen. Oggetti pittorici e scultorei al tempo stesso che sviscerano la propria anima esponendo filamenti di carne spirituale, sculture plasmate a partire da disegni bidimensionali che ne tirano fuori, con la sensuale carezza dei loro pattern archetipici, usati come torni invertiti, l’essenza di materie grezze pregne di potenzialità.
E su tutto, il colore: “Il colore di un oggetto crea uno spazio ulteriore, e io investigo questa combinazione e contraddizione”. Forma e cromia si intrecciano in una relazione astratta ed esoterica al tempo stesso che non descrive ma risveglia ciò che avviene in quello spazio fenomenico che si apre tra essi. Moltiplicando ulteriormente, attraverso il prisma del pigmento, le infinite potenzialità dell’essere, e sfidando le certezze. Consegnando al fruitore la responsabilità e il potere di vivere e ricercare, con la propria percezione, il senso di quell’incontro tra fainómenon e óntos.
Diana Gianquitto
Napoli // fino al 15 ottobre 2016
Kapoor
a cura di Eduardo Cicelyn
CASAMADRE
Piazza dei Martiri 58
081 19360591
[email protected]
www.lacasamadre.it
MORE INFO:
http://www.artribune.com/dettaglio/evento/54908/anish-kapoor/
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