L’idea è nata all’interno di un gruppo di conversazione WhatsApp. Qui gli artisti hanno dato vita a una comunicazione caratterizzata dal confronto, dalla condivisone e dalla riflessione riguardante la propria produzione artistica. Le idee generate tramite questo dialogo virtuale sono state concretizzate all’interno degli spazi reali e necessari della galleria bolognese, dando origine a una mostra collettiva. Si tratta di un esperimento di auto-curatela atto a depotenziare o surrogare il ruolo del curatore.
Osservando l’esposizione si nota subito l’intervento di Can Altay, una serie di specchi di sorveglianza/stradali che presentano incisioni di luoghi della città di Bologna. Collocate frontalmente, in essi si riflettono alcune stampe di Jaysha Obispo che trattano il tema degli oggetti duraturi. Affascinante il video di Shaun Gladwell, che è riuscito a far dialogare e interagire skateboarder e Minimal Art americana degli Anni Sessanta e Settanta. Ha lavorato con gli specchi anche Nevio Mengacci, proponendo un’installazione che dialoga efficacemente con l’ambiente circostante. Chiude la collettiva Luca Pozzi con una serie di lavori tra i quali spicca Superlayers (2016), opera composta da elementi originali dell’acceleratore di particelle del Cern di Ginevra.
Alexander Stefani
Bologna // fino al 10 dicembre 2016
Selfmanagement
artisti: Can Altay, Shaun Gladwell, Nevio Mengacci, Jaysha Obispo, Luca Pozzi
GALLERIA ENRICO ASTUNI
Via Iacopo Barozzi 3
051 4211132
[email protected]
http://www.galleriaastuni.net/
MORE INFO:
http://www.artribune.com/dettaglio/evento/55599/selfmanagement/
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