Gary Baseman, Vicious – Antonio Colombo, Milano
Nuovi personaggi popolano l'immaginario fantastico di Gary Baseman, tra i maestri del Pop Surrealism americano. Un grande luna park, in cui si incrociano orrore e delizia, tra strane figure affamate d'affetto
riprese, montaggio e intervista: Francesco Sala
produzione: Artribune Television
Quattordici dipinti su tela, quattro dipinti eseguiti su copertine di libri d’epoca e otto disegni realizzati su pagine di vecchi libri di Medicina. E’ questo il corpus di opere al centro della personale di Gary Baseman da Antonio Colombo, a Milano.
Tutte opere create ad hoc, in cui compaiono nuovi personaggi immaginati dall’artista statunitense: figure calate dentro paesaggi zuccherosi e alieni, tra velature dark e ammiccamenti giocosi. Come un grande luna park, in cui si incrociano orrore e delizia. Il tema è la “fame”, istinto primordiale che accomuna l’uomo all’animale, metafora del suo coté più selvatico.
Ma di cosa sono affamate le strane creature partorite dalla fantasia incontenibile di Baseman? “In fondo, non cercano altro che amore e affetto. Ma la loro fame è così grande da trasformarsi in ferocia”. Il bisogno d’amore, come crudeltà. Un territorio d’indagine impegnativo, che l’artista, tra i maggiori rappresentanti del Pop Surrealism, affronta con la consueta leggerezza: tuffarsi nel suo mondo ipercromatico, sospeso tra illustrazione e fumetto, è come smarrirsi dentro una favola pittorica, attraente ma crudele, costellata di segni e simboli ambigui.
– Helga Marsala
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati