L’estetica dell’insidia. Francesco Simeti alla GAM di Palermo: “An Artful Confusion”, tra natura e artificio

Il titolo dell'installazione realizzata da Francesco Simeti per la Gam, arriva dalla pratica dell’imitazione della natura, tipica dell'estetica del paesaggio inglese, animata da suggestioni orientali. A introdurla in Europa fu Padre Matteo Ripa, al ritorno dai suoi soggiorni in Cina, tra '700 e '800

Film maker: Manfredi Bernardini
Coordinamento e intervista: Helga Marsala
Produzione: Artribune Television

Cosa c’entri Fancesco Simeti con quella sicilitudine avvinghiata all’immaginario collettivo, fatta di decadenza, di melanconia, di barocchismi e di contrasti, di sensualità e morte, d’enfasi e imperfezione, non è subito chiaro. Non a un primo impatto. Quella di Simeti è un’arte tutta teatrale, certamente. E nel teatro la Sicilia trova il proprio luogo d’elezione, antropologicamente e per attitudine antica. Ma è un teatro, quello dell’artista palermitano Nyc based, concepito come una grande macchina scenografica, linda, ordinata, perfetta, estetizzante. Decorativa, in senso stretto: con lo scopo esatto di sedurre, sfruttando la malia della superficie.
E però, a guardare da vicino, la sicilianità di Simeti affiora, silenziosamente. Nel percorso della Gam di Palermo, per esempio: tra un’infilata di wall paper, apparecchiati come fondali, una dark room animata da immaginifiche videopoesie, e un’inedita ambientazione chiaroscurale, pensata per il museo: un piccolo giardino effimero, che riprende i british garden di taglio orientale, mix di artificio e natura.
Così, in questa lucida mise-en-scène, non è solo la dimensione del teatro a imporsi, con discrezione, tra sfavillii e incantevoli trame. Perché Simeti, in realtà, gioca con l’ambiguo, con il perturbante, con quello che c’è ma non si vede, con quello che è deviato, sotterraneo, minaccioso, mimetizzato. L’inquietudine e la malattia, sotto la pelle delle immagini, dietro la forma delle cose. Disastri ambientali, perversioni ecologiche, fratture tra l’uomo e il suo habitat; e poi, scorrendo all’indietro, il tema della guerra, le frizioni tra popoli e culture, la difficoltà d’essere figli di un’armonia ideale e terrestre.
Simeti ce l’ha dentro quel senso di pericolo, di minaccia, di turbamento. E pur non raccontandolo col consueto lessico delle macerie e dell’ostentazione tragica, è da là che parte. Da una sofferenza che si fa reportage, poi denuncia, quindi forma: estetica del dubbio e dell’insidia, iconografia del bello obliquo. Si può essere siciliani in molti modi. Persino abitando da una vita a New York, persino raccontando la fragilità dei luoghi con quell’appeal ornamentale degli oggetti e delle immagini di scena. L’essenza, umanissima, dell’artificio: anche questo è teatro, anche questo è barocco. Anche questa è Sicilia.

Helga Marsala

Francesco Simeti, “An Artful Confusion”
a cura di Laura Barreca
Gam, Palermo – fino al 27 gennaio 2013
www.galleriadartemodernapalermo.it

219 L'estetica dell'insidia. Francesco Simeti alla GAM di Palermo: "An Artful Confusion", tra natura e artificio

Francesco Simeti, An Artful Confusion, Installazione ambientale, 2012 – foto ©Giuseppe Veniero

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Helga Marsala

Helga Marsala

Helga Marsala è critica d’arte, editorialista culturale e curatrice. Ha insegnato all’Accademia di Belle Arti di Palermo e di Roma (dove è stata anche responsabile dell’ufficio comunicazione). Collaboratrice da vent’anni anni di testate nazionali di settore, ha lavorato a lungo,…

Scopri di più