Alberto Tadiello e il suo High Gospel per Villa Croce
"High Gospel è una linea che scorre molto in alto; uno skyline dolomitico"... Tra musica celeste ed energia tellurica, la mostra di Alberto Tadiello per il Museo di Villa Croce, a Genova, inventa un paesaggio di oggetti disfunzionali, malinconici e vitalissimi....
film maker: Nuvola Ravera e Davide Pambianchi
produzione: Artribune Television
Macchine celibi, congegni utopici, oggetti spuri che hanno smarrito forma e funzione. Gli assemblaggi di Alberto Tadiello, sospesi tra poesia e ingegneria, si fanno interpreti di una visione ibrida, ruvida, perversa e insieme lirica. Organici quanto meccanici: testimonianze di un’archeologia del futuro, confondono legge di natura e azione dell’ingegno.
La mostra prodotta dal Museo di Villa Croce a Genova, High Gospel, si sviluppa lungo un percorso di installazioni sonore, sculture e disegni. Tutte opere che, per paradosso, si nutrono di un nichilismo vitalista: qui, in questo teatro malinconico, regolato da un funzionamento dis-funzionale, emergono le tracce di un passato perduto, frammenti dal sapore arcaico che esistono, però, nella spinta energica del ritmo, nell’intermittenza del suono, nel lavorio dei cingoli e nel roteare dei congegni. L’enigma costante di presenze fuori luogo e fuori tempo rivela la fatica di abitare uno spazio e di ridefinirlo: come se fosse una prova di resistenza, come se si trattasse di un’origine nuova, come se a esplorare le meccaniche segrete della natura, reinventandone codici e morfologie, si arrivasse a tramutare l’ordine in disordine, la stasi in entropia. E da qui, l’inverarsi – stanco, lento – di un paesaggio differente.
Scrive Tadiello, a proposito del progetto: “High sta per alto, intenso, elevato, acuto; Gospel, usato come termine tecnico musicale, traccia un credo. È una coralità di pensieri, di suggestioni, di temperature che si sono addensate e condensate, aggregate intorno a grumi ferrosi, trazioni e rotolamenti. High Gospel è una linea che scorre molto in alto; uno skyline dolomitico. Ha qualcosa della musica celestiale, del salmo, e gioca in dialettica con l´energia tellurica che accomuna i lavori“.
Opera centrale è Tarantolata, una grande scultura rotante che fonde brutalità e bellezza: su una betoniera portatile si innesta una raggiera di stecche metalliche e liste di mdf, sorta di gigantesco fiore ferroso che ruota, risucchiando lo spazio intorno…
– Helga Marsala
Alberto Tadiello, “High Gospel”
a cura di Ilaria Bonacossa
Museo Villa Croce, Genova
fino al 18 febbraio 2013
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