Lo spirito di “vice versa” secondo Bartolomeo Pietromarchi: una mostra solida e viva, altro che Sgarbi…

Il curatore del Padiglione Italia racconta il suo progetto, non dimenticando di rispondere alla critiche. Un'intervista a Bartolomeo Pietromarchi, raccolta durante l'opening di "vice versa"

E dopo l’intervista a Vittorio Sgarbi, durissimo contro il (secondo lui) “mortifero” Padiglione Italia 2013, la parola va al vero protagonista di questa edizione, Bartolomeo Pietromarchi. Che in una frenetica (e miracolosamenre assolata) mattinata d’inaugurazione, ci ha raccontato il suo progetto curatoriale. Non dimenticando di dare una stoccatina a chi di dovere. Morti? Ma quando mai! Vice versa è una mostra piena di vita, che coinvolge tutti i sensi e che, semmai, si occupa di temi importanti: così risponde, serafico e convinto, agli attacchi lanciatigli dal suo predecessore. Aggiungendo che parlare di storia e di tematiche esistenziali è ciò che l’arte ha sempre fatto e deve continuare a fare. Al di là di improvvisazioni e dilettantismi (ogni riferimento a fatti o ex padiglioni è puramente casuale).

Bartolomeo Pietromarchi

Bartolomeo Pietromarchi

Gli abbiamo dunque chiesto di commentare alcuni dei lavori esposti, quelli che incarnano appieno il senso del suo impianto critico; e lui, soffermatosi sugli esempi di Elisabetta Benassi o di Luca Vitone, ha poi inserito la mostra nel quadro concettuale del Palazzo Enciclopedico di Massimiliano Gioni, evidenziando punti di contatto e convergenze. Una nota, infine, sul coté economico: bene l’esperienza del crowdfunding, che – nonostante le critiche mosse qui e là – si è rivelato fondamentale per portare a termine l’intero progetto.
Ecco dunque, nelle parole del curatore, questo ”arcipelago” del doppio scandito da differenze e movimenti dialettici, una sintesi attraverso cui provare a raccontare una possibile cifra dell’arte italiana oggi, quella solida, magari priva di sperimentazioni radicali, consacrata dal sistema e ben piantata nel mainstream. Senza distinzioni generazionali o di linguaggio. Anche se, escluso qualche grande maestro e un capitolo dedicato alla fotografia di Luigi Ghirri, ad abbondandare sono i mid career con installazioni e performance. Un padiglione (s)morto, oppure, al contrario, perfettamente calato nell’attualità? Di certo una mostra che dell’Italia dell’arte contemporanea si fa, in qualche modo, specchio. Tra eredità eccellenti, virtù, vizi e maniere.

Helga Marsala

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Helga Marsala

Helga Marsala

Helga Marsala è critica d’arte, editorialista culturale e curatrice. Ha insegnato all’Accademia di Belle Arti di Palermo e di Roma (dove è stata anche responsabile dell’ufficio comunicazione). Collaboratrice da vent’anni anni di testate nazionali di settore, ha lavorato a lungo,…

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