Intersect, un’installazione digitale di Pasquale Napolitano e Vincenzo Spagnuolo
Un angolo della galleria Essearte trasformato in spazio dinamico e luminoso, sottoposto ad alterazioni continue. Una partitura scandita da pause e intermittenze, per modificare la percezione del luogo. La documentazione video dell'installazione "Intersect"
Inaugurata lo scorso 20 aprile, la napoletana Essearte è entrata nel vivo delle sue attività espositive con un progetto di videoarte, conclusosi nei giorni scorsi. Per chi se lo fosse perso, un video report documenta l’installazione site specific concepita come cuore pulsante della mostra. Intersect è un esperimento tecno-ambientale nato dalla sinergia tra gli artisti Pasquale Napolitano e Vincenzo Spagnuolo: nel buio della stanza prende vita un’architettura visiva effimera e dinamica, scrittura di suono e di luce con cui mettere in movimento lo spazio asettico della galleria. Ipnotica, liquida, intermittente, evolutiva, Intrersect scandisce il trascorrere del tempo attraverso una partitura fatta di pause e ritmi incalzanti, di vuoti imperfetti e di pieni discontinui, di accelerazioni e di conflitti, di armomnie e di processi lineari, poi volumetrici, poi atmosferici.
Evocando le strutture mobili, ramificate e intersecate della rete, l’opera gioca con l’idea di un “neo-barocco digitale”, tutto di natura virtuale e immaginativa, in cui è il colore bianco a farsi leitmotiv. Un bianco che è astrazione, sintesi, input cerebrale, grado zero da cui generare strutture invisibili e scritture fuide; bianco in cui si cristallizzano forme e modelli geometrico-cibernetici, costantamente contraddetti e dinamizzati grazie a un dispositivo che cattura lo spettatore, modificando percezione e memoria dei luoghi.
– Helga Marsala
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