Jean Paul Gaultier in tour. From the sidewalk to the catwalk

La mostra itinerante che celebra i trentacinque anni di carriera di Jean Paul Gaultier è all'Arkitekturmuseet di Stoccolma, fino al 22 settembre 2013. Prima, una serie di tappe europee e statunitensi, per omaggiare un genio dello stile contemporaneo. Nell'attesa del prossimo step, al Barbican di Londra, nel 2014

Andy Warhol, Cindy Sherman, Robert Doisneau, Alice Springs, Richard Avedon, Herb Ritts, Pierre et Gilles, Mario Testino, Mert Alas e Marcus Piggott, Inez van Lamsweerde & Vinoodh Matadin, Ellen von Unwerth, Bettina Rheims… Non solo abiti, corsetti e accessori avanguardistici nel big show dedicato a Jean Paul Gaultier, che sta girando il mondo per celebrare i trentacinque anni di carriera dell’esplosivo, talentuoso, inimitabile couturier francese. C’è pure tanta arte, in mezzo. Immagini di artisti e fotografi contemporanei, che in scatti celebri oppure inediti hanno immortalato lo stesso Gaultier, ma anche atmosfere, personaggi, stili e simbologie del suo personale fashion world.

Una mostra multimediale, in cui tecnologia, moda e scenografia si intrecciano nel segno dell’immagine e del suo culto postmoderno. Suddiviso in sezioni tematiche, il progetto è un’immersione variopinta nell’estetica del brillante enfent terrible: L’Odissea di Jean Paul Gaultier; Il Boudoir; Skin Deep; Punk Cancan; Urban Jungle; Metropolis. Si parte così da una intro densa di visioni, in cui emergono molti dei temi preferiti dallo stilista: marinai, sirene, uniformi, vergini, motivi religiosi, gay culture, eros, feticismo, estetica pop, con incluso il suo primissimo abito – mai esposto al pubblico – disegnato nel 1971. Quindi, un balzo all’indietro, richiamando l’antica e infantile fascinazione per merletti e lingerie, che lo avrebbe portato a progettare autentici capi icona, come i due corsetti indossati da Madonna nel 1990, durante il suo Blond Ambition World Tour, mix di romanticismo retro e di seduzione fetish; poi, la dimensione del corpo e l’abito come seconda pelle, laddove la superficie diventa specchio mutevole dell’Io: capi aderenti e sottili, con effetto nude-look (vedi i film di Pedro Almodóvar), come sagome scorticate (Mylène Farmer) o come tatuaggi (Régine Chopinot).

E ancora il diabolico, strategico, esaltante mix tra Parigi e Londra, cultura punk ed erotismo ispirato ai sexy shop di Pigalle, per splendide sacerdotesse del sesso fasciate in latex e pelle, pizzi e calze a rete: dettagli scandalosi e allure da femme fatale, sempre incredibilmente chic; arrivando alla giunga metropolitana che mescola stili, etnie, geografie, linguaggi, culture locali, centri e periferie, per una moda globale capace di ricomporre frammenti, come l’arte del più eccentrico dei bricoleur. Infine, la passione per la tecnologia e la fantascienza, in una sezione che restituisce il coté più sperimentale e futurista di Gaultier, la cui miccia si accendeva già a fine anni ’70 con gli input dalla new wave, della house e della techno.

Tutto questo e molto altro è “The fashion world of Jean Paul Gaultier. From the sidewalk to the catwalk“, partita oltreocenano nel 2011 con le tappe di Dallas e San Francisco, per poi arrivare in Europa, prima a Madrid, poi a Rotterdam e adesso a Stoccolma, all’Arkitekturmuseet, fino al prossimo 22 settembre. Già in programma per aprile 2014 la versione londinese, al Barbican. Il viaggio continua, dal marciapiede alla passerella, saccheggiando la vita reale per farne immagine, stile, cultura del bello.

Helga Marsala

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Helga Marsala

Helga Marsala

Helga Marsala è critica d’arte, editorialista culturale e curatrice. Ha insegnato all’Accademia di Belle Arti di Palermo e di Roma (dove è stata anche responsabile dell’ufficio comunicazione). Collaboratrice da vent’anni anni di testate nazionali di settore, ha lavorato a lungo,…

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