Paradise Now. Scouting e nuovi fermenti da Extraspazio
Una mostra che è una ricognizione di figure emergenti della scena artistica italiana. Sei giovani, con uno sguardo rivolto alla sperimentazione e alla contaminazione tra i linguaggi. In cerca di una dimensione creativa autentica e umana. Da Extraspazio, a Roma, fino al 26 luglio
“Paradise Now”
Extraspazio, Roma
5-26 luglio 2013
Video di Areta Gambaro
Il titolo arriva dal passato, un vecchio spettacolo del Living Theatre, tra i più dirompenti e provocatori nella storia del gruppo. Un prestito simbolico, che sposta il fuoco dal teatro e l’happening al mondo delle arti visive, guardando a quella salvifica energia disobbediente, a quella spinta utopica, a quella voglia di rompere codici e clichè, che stava alla base delle sperimentazioni di allora. Era il 1967 e il Living iniziava a lavorare al progetto Paradise Now in Sicilia, cercando di dar vita a qualcosa che “fosse un’esplosione di felicità e di ottimismo rivoluzionario“. Gli eventi sociopolitici esplosi in quegli anni, con tutta l’urgenza di sovvertire un impianto borghese e repressivo ormai logoro, spinsero il gruppo ad abbandonare il pessimismo degli spettacoli precedenti, per cavalcare una new wave romantica, partendo dalla metafora del viaggio ascensionale e della rivoluzione come condizione permanente d’esistenza.
La mostra organizzata da Exstraspazio, curata da Manrica Rotili, ritrova in un simile scenario un possibile orizzonte di riferimento: negli anni della crisi e di un disorientamento culturale e politico fortissimo, gli artisti più giovani provano a rivolgersi verso una dimensione profondamente umana, che recuperi il senso della speranza e dell’autenticità. Pur nella distanza radicale rispetto alle sensibilità e agli approcci di mezzo secolo fa.
Allestimento scarno, con un’idea di display che nega ogni cornice e supporto: un escamotage per facilitare l’incrocio tra linguaggi e dare risalto al lavoro nudo e crudo. Le opere appaiono come frammenti di un percorso creativo ancora in corso, condiviso senza filtri o mediazioni, perseguendo una visione del mondo positiva, tra voglia di cambiamento e necessità di affermazione.
Sei artisti, per la prima volta in galleria, quasi interamente arrivati dal Centro-Sud: Stefania Artusi (Palermo 1990), Romina Bassu (Roma 1982), Gianni Cipriano (Palermo 1983), Giulia Giannola (Napoli 1985), Paolo Polloniato (Nove, 1979), Angela Zurlo (Foggia 1982). Fotografia, video, scultura, pittura, installazione, con un’attenzione a temi antichi ma rielaborati in una chiave attuale: il corpo, la storia e le radici, la tradizione manuale, il lavoro, la memoria come dimensione intima e collettiva, il nomadismo e l’immigrazione. Una mostra come un piccolo palcoscenico, in cui mettere in scena un po’ del fermento che anima le nuove generazioni.
Helga Marsala
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