Alvar Aalto e la periferia di Pavia: storia di un progetto mai nato. Un docufilm di Roberto Figazzolo

Il trailer di un film che racconta uno dei progetti di Alvar Aalto dedicati all'Italia e mai realizzati. In occasione di una mostra inaugurata al Broletto di Pavia, arriva anche questo documentario. La vicenda di un genio dell'architettura, follemente innamorato del Bel Paese

Innamorato dell’Italia, da sempre. Da quando, a soli 26 anni, appena sposatosi con Aino Marsio – compagna di vita e di professione – si era spostato dalla Finlandia, in direzione di Firenze: luna di miele con annessa folgorazione artistico-architettonica. Da quel lontano 1924, Alvar Aalto nel Bel Paese ci sarebbe tornato più e più volte: se quella prima full immersion nel Rinasicmento fiorentino lo avrebbe ispirato, subito dopo, per la progettazione del club operaio di Jyvaskyla, copia perfetta del sacello Rucellai di Leon Battista Alberti, in seguito l’architetto avrebbe firmato diversi altri progetti italiani, tra cui quello del Palazzo dei Congressi di Siena, tutti rimasti sulla carta, tranne quello per la Chiesa di Riola, voluta dal Cardinale Lercaro, allora Vescovo di Bologna.
Così, Aalto, che nel 1965 fu al centro di una grande mostra a palazzo Strozzi, celebrato come uno dei geni dell’architettura europea del ‘900, per tutta la vita intrattenne con l’Italia un rapporto sia concreto che culturale e sentimentale. Oggi, questo rapporto è al centro di un documentario monografico, realizzato da Roberto Figazzolo e inserito tra gli apparati critici della mostra su Alvar Aalto, in programma dal 21 settembre 2013 presso lo Spazio per le Arti Contemporanee del Broletto, a Pavia. Una mostra organizzata dall’Ordine degli Architetti PPC della Provincia, in cui per la prima volta è esposto il progetto concepito da Alvar Aalto per un grande quartiere residenziale nella periferia ovest della cittadina lombarda: l’incarico arrivò nel 1966 ed era orientato alla creazione di un’estesa area urbana immersa nel verde, fornita di servizi e destinata a 11.000 nuovi abitanti. L’opera non venne mai realizzata e le carte progettuali finirono nell’archivio del costruttore Ausano Febbroni, committente di Aalto.

Alvar Aalto

Alvar Aalto

Dovendo girare un video su un progetto che non era mai stato realizzato”, ha raccontato Figazzolo a proposito del suo docufilm,  “ho deciso di andare a vedere quello che Alvar Aalto ha lasciato nei posti in cui le sue opere sono state realizzate. Questo documentario contiene video interviste a chi ha conosciuto, studiato e lavorato a stretto contatto con l’architetto finlandese e poi immagini parlanti, di una serie di luoghi significativi: da Bologna al grande Nord, in un viaggio lungo 9mila chilometri e 34 location visitate. Quello che più mi ha colpito delle sue opere è come sono un tutt’uno con la natura che le circonda”. L’eco della natura, delle foreste nordiche, del profumo e del colore del legno, delle armonie suggerite dai paesaggi incontaminati della sua Finlandia, restano il tratto distintivo dell’architettura organica di Alto, così come del suo design d’interni, per un approccio sensibile ai luoghi e ai volumi, modellato sulle variazioni di luce, calore, atmosfere, chiaroscuri, sensazioni tattili. Ecco perché l’Italia, probabilmente. Un innamoramento per quella grande vicenda nazionale dell’architettura e dell’arte, declinata – con una specificità straordinaria – attraverso l’incontro virtuoso tra storia e natura.

Helga Marsala

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Helga Marsala

Helga Marsala

Helga Marsala è critica d’arte, editorialista culturale e curatrice. Ha insegnato all’Accademia di Belle Arti di Palermo e di Roma (dove è stata anche responsabile dell’ufficio comunicazione). Collaboratrice da vent’anni anni di testate nazionali di settore, ha lavorato a lungo,…

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