Serena Vestrucci da Otto Zoo. Collezionando dubbi d’artista, sotto un cielo di stelle
Serena Vestrucci racconta il suo progetto espositivo per la galleria milanese Otto Zoo. Installazioni effimere, leggere, delicate, pensate per misurare il tempo dei ricordi e lo spazio del pensiero. Scritture, fatte di frammenti
Prima personale per la giovane Serena Vestrucci, milanese, classe ’86, per la galleria Otto Zoo di Milano. I Eat Lunch Between Two Highways è una mostra che interpreta gli pazi espositivi con un progetto site specific, articolato in tre gruppi di lavori: segmenti indipendenti ma armonici di un unico organismo concettuale e poetico. Opere fragili, effimere, fatte di tempo e di memoria, chiamate a occupare il volume architettonico con la forza della loro presenza lieve, tutta mentale, emotiva. L’approccio installativo passa attraverso quell’attitudine antimonumentale che ha caratterizzato le ultime stagioni dell’estetica contemporanea, laddove l’immagine e la forma si nutrono di scarti, frammenti precari, connessioni silenziose, oggetti minimi, rovine di un passato intimo e personale.
Come nel caso di Ritagli di tempo, una collezione di fogli di carta ritagliati durante il tempo libero, nel corso dell’estate 2013, trasformati in piccole tavole: testimonianze dei giorni che passano, come un crono-rituale condotto con pazienza, accumulando micro testimonianze che diventano, alla fine, il ritratto di un tempo di lavoro.
E poi c’è Strappo alla regola, l’insolita volta celeste realizzata con piccole parti di molte bandiere dell’Unione Europea: un mantello di stele, lungo 85 mq e montato sul soffitto, che fa di un oggetto simbolico una somma di piccoli scarti e, quindi, una nuova creatura evocativa. Il rapporto con lo spazio viene qui ulteriormente elaborato, dal momento che la gelleria era, un tempo, un magazzino di tessuti.
A chiudere il percorso, all’intero di uno spazio solitamente non utilizzato per le esposizioni, c’è un intervento dal titolo Collezione di dubbi d’artista, muri di pensieri colorati, esposti allo sguardo con una certa ritrosia, quasi nascosti, non subito visibili. E stavolta è la scrittura a scandire il ritmo del pensiero e della domanda, dell’incertezza e dell’emozione.
Quelli di Serena Vestrucci sono dunque dei cataloghi potenzialmente infiniti, raccolte quasi immateriali di frammenti d’esistenza: assemblaggi, meditazioni, tessiture, accumuli e misurazioni, con cui provare a ricomporre una forma mutevole del mondo, lungo la soglia sottile distesa tra l’esterno e l’interno, tra lo spazio dell’immaginazione e il tempo della presenza.
Helga Marsala
Serena Vestrucci,”I Eat Lunch Between Two Highways”
Otto Zoo – Via Vigevano 8, Milano
fino al 30 novembre 2013
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