Urs Lüthi e Agne Raceviciute. Opere al nero, dialogando in un conclave

Presenze spettrali, minime soglie grafiche, corpi in cerca di equilibrio o di una sparizione. A Milano due artisti lontanissimi, per età e background, si ritrovano per una mostra ben calibrata. Un progetto in cui scultura, fotografia e segno convivono in un unico corpus. Tra diverse variazioni di nero

Testi e regia: Alessandra Galletta
riprese: Silvia Boschiero e Andrea Giannone
montaggio: Andrea Giannone

grafica: Laura Tonicello
produzione: LaGalla23 per Artribune Television

Una conversazione per immagini. Un reciproco incastrarsi attraverso piani, linee, volumi. Trovandosi in quel punto in cui la vicenda estetica del corpo si tramuta in esperienza della sparizione e dell’astrazione. Dal paesaggio fisico verso quello immateriale. Urs Lüthi e Agne Raceviciute, un maestro e un’artista emergente, lui svizzero, lei di origini lituane, si incontrano negli spazi di Via Farini, alla Fabbrica del Vapore di Milano, per una raffinata doppia personale, a cura di Simone Frangi. Uniti da una sensibilità assoluta per i bianchi e i neri, tra mediazioni silenziose di grigi, i due allestiscono un teatro di forme in mutazione: nelle installazioni di lei – drappeggi plastici e austeri, a evocare organiche presenze in dissolvenza – e nelle strutture rigorose di lui, affiancate agli autoritratti fotografici, questo spazio visivo ed esistenziale si fa misterioso “conclave”. Che è anche il titolo della serie di lavori scelti da Agne: evocazione di un luogo sacro e insieme carnale,  in cui ritrovare una spiritualità sobria, raccolta, meditata. Tra monumentalità e minime soglie.

Agne Raceviciute, Conclave Sculpture 05, 2013 tessuto, filo, metalli misure variabili -  foto Davide Tremolada

Agne Raceviciute, Conclave Sculpture 05, 2013 tessuto, filo, metalli misure variabili – foto Davide Tremolada

La dimensione scultorea, nella ricerca dei Raceviciute, è tutt’uno con quella grafica e fotografica, scegliendo la permanenza ossessiva di un nero che avvolge e spalanca sensi nuovi: indizi di precarietà, di ambiguità, di invisibili latenze. Mentre, tutto intorno, i Territories di Luthi, strutture lineari minimali, convivono con le immagini del ciclo Spazio Umano. Il risultato? Riflessi non esatti tra corpi in bilico, silhouette spettrali, riflessi vitalissimi e umani, offerti all’azione incompiuta ed all’informe.
Così, questa storia tra due artisti lontani, che è la storia di un innamoramento visivo e di una empatia umana, col desiderio di mettersi in gioco, conduce fin nel cuore di un dialogo intergenerazionale, oltre i clichè del mercato e le dimenticanze del sistema. Recuperando quella chance implicita in ogni reale corrispondenza creativa. Trovarsi, trovare gli accodi giusti, mettere in relazioni opere e percorsi, costruire un equilibrio. Tutto questo lo raccontano proprio loro, gli autori, nell’intervista-report diretta per Artribune Television da Alessandra Galletta. Un breve film, in cui le parole e le immagini si intrecciano, lasciando venire il senso iconico e quello sommerso di questa inedita avventura.

Helga Marsala

fino al 23 novembre 2013
www.viafarini.org

 

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Helga Marsala

Helga Marsala

Helga Marsala è critica d’arte, editorialista culturale e curatrice. Ha insegnato all’Accademia di Belle Arti di Palermo e di Roma (dove è stata anche responsabile dell’ufficio comunicazione). Collaboratrice da vent’anni anni di testate nazionali di settore, ha lavorato a lungo,…

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