Critica in Arte. Al MAR di Ravenna storie di ricerca e di visioni, dalla nuova scena italiana
Per il sesto anno di fila il Museo d'Arte della Città di Ravenna propone la rassegna Critica in Arte, dedicata agli artisti italiani delle ultime generazioni. Francesca Pasquali, Silvia Giambrone ed Eron presentano il cuore della loro ricerca, con tre mostre personali molto diverse tra loro
Video di: Marco Aprile
Produzione: Artribune Television
Torna al MAR di Ravenna il tradizionale appuntamento con Critica in Arte, progetto di critica militante, che nasce come vetrina per giovani artisti, tra i più interessanti della scena italiana, scelti da altrettanti giovani curatori. Edizione dopo edizione l’evento offre alcune istantanee del fermento creativo attuale, attingendo da ricerche, ambiti, linguaggi e approcci spesso radicalmente differenti, ma che restituiscono comunque il senso di una contemporaneità tradotta in immagini: quello spirito del tempo da cui l’arte prende energie, restituendone.
Le tre consuete mostre personali vengono quest’anno raccolte in un unico momento espositivo. Protagonisti sono Francesca Pasquali, presentata da Ilaria Bignotti; Silvia Giambrone, scelta da Silvia Cirelli; Eron, a cura di Davide Caroli.
La bolognese Pasquali, nata nell’80, ha trovato nella pratica del riciclo di materiali comuni, poveri, industriali, di scarto o d’uso quotidiano, la sua cifra distintiva. Spaziando dal design di gioielli all’installazione e la scultura, l’artista prende ispirazione dal mondo della natura per ricavare opere biomorfe, con cui interpretare lo spazio, le sue forme, le sua pause, i suoi timbri e le modulazioni. Così, setole sintetiche colorate, elastici, cannucce, polimeri, gomma piuma, diventano materia prima di assemblaggi e tessiture plastiche spesso modificabili, pensati sempre come partiture ritmiche, geometriche, cromatiche.
Tutta un’altra atmosfera con Silvia Giambrone (Agrigento, 1981), da anni intenta a percorrere un sentiero creativo in cui dimensione emozionale e costruzione estetica si incontrano, liberando tensioni ed armonie interiori, senza mai indugiare sul facile intimismo. Uno sguardo sul mondo, il suo, in cui si accordano un sentire tutto personale – tra venature psicologiche e sentimentali – e un’attenta osservazione delle relazioni uamane e sociali, regolate da codici culturali antichi. L’inquietudine governa le strutture visive che trovano posto nello spazio – installazioni e sculture, ma anche video e suoni – mentre una carica di tenerezza, di commozione, pervade i racconti, le parole, le immagini, i rituali. Un teatro di pathos e di grazia, di memorie affettuose e di sedimenti emotivi, narrativi, esistenziali. Tra corpo, pensiero e paesaggio.
Ancora uno stacco netto con i Mindscapes di Eron (Rimini, 1973), tra i principali esponenti dela street art italiana, che il tipico linguaggio dell’arte di strada – dalle tecniche allo stile – ha tarsferito anche sulle tele o sulle installazioni pittoriche ambientali. Il ciclo dei paesaggi recupera spazi legati a ricordi personali, visitati e attraversati in passato, che qui diventano lo sfondo per nuovi personaggi, partoriti dall’immaginazione. Figure semplici, dal tratto infantile, sbucate dalle pieghe di un mondo onirico che continuamente filtra dal reale, tra cortocircuiti, incastri e impreviste analogie.
Helga Marsala
“Critica in Arte”
15 dicenbre 2013 – 12 gennaio 2014
MAR – Museo d’Arte della città di Ravenna
Via di Roma 13
www.mar.ra.it
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