Le montagne incantante di Guy Laramée. Libri come paesaggi
Vita e morte di vecchi libri, tra innovazione tecnologica, immagini persistenti e nuove strade del sapere. Le riflessioni di Guy Laramée si traducono in affascinanti sculture: spazi di natura intagliati tra pagine di volumi consumati dal tempo
“Così io intaglio e dipingo paesaggi romantici nei libri. Montagne di un sapere diffuso in disuso tornano ad essere ciò che realmente sono: montagne. Esse possono erodersi un po’ di più e diventano colline. Poi si appiattiscono e diventano campi in cui apparentemente non succede nulla. Mucchi di enciclopedie obsolete tornano a quando non avevano bisogno di dire nulla, quando tutto era più semplice. E nebbie e nubi cancellano tutto quello che sappiamo, tutto ciò che pensiamo di essere”.
Guy Laramée, artista franco-canadese celebre per le sue sculture fatte di libri, usa parole dense di sensibilità romantica per raccontare il senso di questa sua visione-ossesione. Un lavoro che si nutre di malinconia e che esplora il mistero del tempo, tra suggestioni filosofiche, antripologiche, sociologiche. Da vecchi volumi usurati l’artista tira fuori scorci di paesaggi volumetrici, facendo dello stesso oggetto fisico – corpo di fogli, di parole, di memorie – un nuovo microcosmo miracoloso, al di là della frattura tra natura e cultura, tra essenza delle cose e linguaggio, tra narrazione ed esperienza.
E riflettendo sul processo di consunzione a cui è soggetto ogni libro, in quanto prodotto concreto del sapere, Laramée trasforma la linea necessaria della morte in spazio di rigenerazione poetica ed estetica. Dall’obosloescenza di una vecchia enciclopedia alla relazione tra apprendimento ed invecchiamnto, dall’usura che consuma pagine e copertine ai nuovi strumenti di informazione digitale che minacciano i tradizionali supporti cartacei: tutto questo suggerisce la possibilità di un viaggio attraverso l’origine e il destino della scrittura, il potere della cultura e la caducità intrinseca ad ogni fenomeno umano.
In questo nuovo video i tomi di un’antica enciclopedia britannica diventano vette, sentieri rocciosi, orogenesi incantate di nero lavico, di terra brulla e di verde bosco. Lasciando che l’immagine si incarni, come apparizione aurea, tra le infinite catene di parole.
Helga Marsala
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