Conversazione con Jeff Koons. Come ti racconto il mio Balloon Dog

Un'intervista a Jeff Koons, nel suo studio di New York. Riflessioni sui suoi "gonfiabili" in acciaio specchiante e sul mitico cagnolino, battuto all'asta lo scorso novembre per una cifra record

L’arte non è qualcosa che accade dentro l’oggetto, ma dentro lo spettatore“. Ruota intorno a questa considerazione la riflessione di Jeff Koons, reuccio del new pop e massimo erede della lezione warholiana, che in questo breve video si sofferma sulla sua passione per gli “inflatable toys” e sul celebre Baloon Dog, ormai un’icona del contemporaneo.
Siamo nel suo studio di New York, e in una breve analisi, come sempre mediata da un linguaggio semplice e diretto, Koons ci accompagna attraverso un mondo fatto di materiali specchianti, di sovrapposizioni, di sconfinamenti: l’opera accoglie il paesaggio intorno, lo ingloba, lo moltiplica, facndosi dispositivo ottico e insieme fantastico. L’oggetto, spesso straniato all’interno di contesti urbani che trovano così nuovo senso e nuove possibilità di lettura, prosegue la sua opera di capovolgimento estetico del reale, sfruttando il potere della superficie riflettente di acciaio inox. I confini fisici tra spazio, oggetto e soggetto si spezzano, lasciando che tutto avvenga sul piano della percezione e del’immaginazione.

Jeff Koons, Balloon Dog (Orange)

Jeff Koons, Balloon Dog (Orange)

Il luccicante cagnolino arancione di Koons, datato 1994-2000, ha raggiunto lo scorso 13 novembre una cifra astromica, durante un’asta di Christie’s: partito da una base di 55 milioni di dollari è arrivato a 58,4 milioni, guadagnandosi il titolo di opera d’arte più cara firmata da un artista vivente. Esistono solo altri quattro fortunati collezionisti che ne posseggono una versione identica, differente solo del colore: il filantropo Ely Broad ne ha una blu, l’industriale greco Dakis Joannou una rossa, l’imprenditore Steven Cohen ne possiede una gialla e Francois Pinault ne acquistò a suo tempo una fucsia, esposta a Venezia nel 2006, sul Canal Grande, a ridosso della sontuosa facciata di Palazzo Grassi, in occasione della riapertura dopo il restyling di Tadao Ando.
Il Balloon Dog (Orange) è uno dei primi “gonfiabili” acquistati dal collezionista Peter Brant, verso la fine degli anni Novanta, messo all’asta lo scorso anno per finanziare le future attività del Brant Foundation Art Study Center.

– Helga Marsala

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Helga Marsala

Helga Marsala

Helga Marsala è critica d’arte, editorialista culturale e curatrice. Ha insegnato all’Accademia di Belle Arti di Palermo e di Roma (dove è stata anche responsabile dell’ufficio comunicazione). Collaboratrice da vent’anni anni di testate nazionali di settore, ha lavorato a lungo,…

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