Wynwood Miami. Visioni on the road
In viaggio a Miami, durante i giorni di Art Basel, perlustrando il Wynwood Art District. Reportage accelerato, nel cuore creativo della città, raccogliendo suggestioni visive, sonore, cuturali. Nel segno dell'eccentricità
Si è conclusa oltre un mese fa la maratona di Art Basel Miami Beach. Ma tra i tanti reportage giornalistici, di settore, a misura di turisti o di artistar, a noi piace condividerne uno uscito in questi giorni. A produrlo è BBB-mag, il regista è Stephan Wever, testi di Paul Weatherall, col montaggio di Jonathan Wulfes e la voce narrante di Terry Burns.
Insolito, accelerato, costruito come una variopinta pagina di diario, questo microfilm è la storia di “tre amici e una camera, che provano a catturare lo spirito di Art Basel. Ma lontano dalla pompa magna e dalle guestlist, hanno trovato un posto accessibile a tutti…”. Siamo a Miami, “la città dove vanno a spegnersi i neon”, come dice un celebre frase, attribuita all’attore Lenny Bruce. E quel posto, per i tre viaggiatori, è il Wynwood Art District, a nord di Downtown. Immagini di luci e sfavillii, di installazioni accese, di visioni art decò/streamline moderne, di creatività dirompente ed eccentricità fuori controllo. Ma tutto, sempre, come se fosse normale.
“Si dice sia maleducato fissare qualcuno, ma qui è impossibile non farlo”. Stravaganza a gogo, murales giganteschi, party, musica e nei giorni della monumentale fiera la febbre dell’arte che contagia chiunque, ovunque. Mentre “la verità e la fantasia danzano, mano nella mano”. Qui, regredire fino all’infanzia si può, si deve: “North of Downtown… I bambini che avevamo dimenticato di essere, giocano ancora. Senza paura”. Non solo fashion vip, palme, surfisti, Miami Vice, anziane coppie danarose in vacanza ed esotismo a quattro stelle. Un altro volto, per questo luogo raccontato felicemente, altrove, da una frase di Lucas Leyva, direttore del Borscht Film Festival: “Se un giorno piovessero iguane dagli alberi e il giorno dopo dollari dal cielo nessuno si scomporrebbe”.
Miami contemporanea, metropolitana, street, undergeound, surreale, caotica, zeppa di artisti, galleristi, musei, atelier, imprenditori culturali: quella meno televisiva, meno stereotipata, meno patinata.
Appunti da un viaggio on the road, collezionando immagini per rapire il cuore di una città: tra un’installazione a cielo aperto, un graffito di Shepard Fairey, una crew di rapper e un manipolo di hipster. Sfrecciando a velocità, senza paura.
Helga Marsala
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