L’Impero della luce: variazioni, echi, corrispondenze, da Magritte a Melotti

Quarto esperimento creato intorno al format espositivo Temi & Variazioni, "L'Impero della luce" parte da una celebre opera di Renè Magritte, custodita presso la Collezione Guggenheim di Venezia. Un viaggio per immagini, declinato attraverso dialoghi estetici, poetici, concettuali

Video di: Marco Aprile
Produzione: Artribune Television

È il perno del progetto espositivo, collocato non in apertura, ma al centro del percorso. Cuore pulsante e immagine guida della mostra, L’Impero delle luci di René Magritte detta il ritmo e disegna le atmosfere di questo viaggio curatoriale, costruito intorno ad un incastro di suggestioni luminose, tra oscurità e improvvisi bagliori, chiaroscuri, estroflessioni candide e paesaggi notturni. Ma a diramarsi sono anche ombre, riflessi, fenditure, evocazioni concettuali, tra l’occhio e la memoria; e poi il classico e l’onirico, astrazioni e simbolismi, rappresentazioni del femminino, del lunare, del corporeo e dello spirituale.
Così, quel celebre quadro, che unisce in un’immagine impossibile un cielo azzurro e una città avvolta nel buio, diventa l’incipit di un progetto strutturato secondo un format lanciato nel 2002: “Temi e Variazioni”, curato da Luca Massimo Barbero per la Collezione Peggy Guggenheim, affianca opere storiche della raccolta veneziana ad altre di artisti contemporanei, sul filo di corrispondenze tematiche e micro spostamenti.

Renè Magritte, L’impero delle luci (L’Empire des lumières), 1953–54, Olio su tela, 195,4 x 131,2 cm - Collezione Peggy Guggenheim, Venezia

Renè Magritte, L’impero delle luci (L’Empire des lumières), 1953–54, Olio su tela, 195,4 x 131,2 cm – Collezione Peggy Guggenheim, Venezia

Quest’edizione, che prende il suo sottotitolo dal capolavoro di Magritte, mette insieme una quarantina di autori tra i più disparati, tirando fuori accostamenti a volte sorprendenti: da Gabriele Basilico ai coniugi Becher, da Agostino Bonalumi a Pier Paolo Calzolari, da Salvador Dalí a Willem de Kooning, da Marcel Duchamp a Max Ernst, da Lucio Fontana a André Kertész, da Nate Lowman a Mark Rothko, da Thomas Ruff, a Mario Sironi, da Kiki Smith a Hiroshi Sugimoto, da Antoni Tàpies a Piotr Uklański.
Il cammeo che completa l’esposizione è dedicato a Fausto Melotti e al suo gruppo di sculture battezzato Tema e Variazioni, da cui il titolo del ciclo ideato da Barbero. Diciotto opere che guardano alla musica, costruendo un paesaggio di ritmi e di scansioni, di timbri e contrappunti, quasi a evocare partiture segrete, pronte a risuonare a livello dell’immaginazione. Geometrie sonore, sul limite che congiunge la terra e il cielo, la materia scultorea e il piano dell’idea, la preziosità dei materiali e l’eterna armonia delle forme.

Helga Marsala

“Temi & Variazioni. L’impero della luce”
a cura di Luca Massimo Barbero
fino al 14 aprile 2014
Collezione Peggy Guggenheim
Dorsoduro 701
www.guggenheim-venice.it

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Helga Marsala

Helga Marsala

Helga Marsala è critica d’arte, editorialista culturale e curatrice. Ha insegnato all’Accademia di Belle Arti di Palermo e di Roma (dove è stata anche responsabile dell’ufficio comunicazione). Collaboratrice da vent’anni anni di testate nazionali di settore, ha lavorato a lungo,…

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