La Nuova Gestione di Casal Bertone. Arte e resistenza urbana, immaginando un quartiere di Roma
Si è conclusa la seconda edizione di un progetto dedicato ai quartieri periferici di Roma. Locali in disuso, recuperati attraverso l’arte contemporanea, per restituire la città ai cittadini. Il racconto del progetto, in un video ancora inedito
Missione compiuta. Anche quest’anno il progetto Nuova Gestione, ideato da sguardo contemporaneo, ha portato a casa un bel risultato. In termini di coinvolgimento sociale e di reinvenzione del tessuto urbano. Usando l’arte come attivatore di processi relazionali e come strumento di riappropriazione dei luoghi, l’iniziativa ha regalato a uno dei quartieri periferici di Roma un’occasione di riqualificazione creativa, condivisa con le persone e dedicata ai loro spazi del quotidiano. “Immaginando un quartiere” era l’efficace slogan, sventolato come simbolico vessillo tra le strade di Casal Bertone: qui, dall’11 al 23 marzo 2014, una serie di negozi sfitti, sottratti al ritmo consueto del lavoro, ai rituali economici e alle stesse biografie dei cittadini, venivano recuperati grazie agli interventi di alcuni artisti, tornando temporaneamente nel cuore della piccola comunità. Michela De Mattei, Grossi Maglioni, Maria Carmela Milano, Matteo Nasini, Daniele Spanò, insieme agli ingegneri-architetti di Tau Studio, sono stati i protagonisti di una seconda edizione (dopo quella del Quadraro, nel 2013) costruita, ancora una volta, intorno al concetto di resistenza attiva: resistere ai processi di abbandono, resistere al degrado, resistere a quell’invisibilità progressiva che spesso consuma angoli di città, soprattutto lungo le linee fragili delle periferie.
Nei locali in disuso rianimati da Nuova Gestione hanno preso forma installazioni, video, sculture e azioni collettive, tutte intrecciate con la storia e l’identità del posto, della gente, dei luoghi di vita, di svago, di lavoro o di decadenza. A raccontarli, in un documentario che riassume senso e visioni del progetto, sono gli artisti stessi, autori di questi segni transitori, scritti tra i margini e le intercapedini di un angolo estremo di Roma. Là dove lo sguardo si era spento, il tempo s’era inceppato, la linea del presente si era rotta ed invertita, nell’immobilità di un passaggio critico.
Pensare l’arte come un piccolo, potente detonatore di relazioni e di ricordi, di desideri e di progettualità nuove, è la scommessa di Nuova Gestione. Documentata in questo film, che Artribune Television pubblica in anteprima. Con una stessa idea all’origine: agire sul piano urbano, sperimentando vie laterali e intimamente creative, è possibile. Mettere al centro i residenti, con le loro energie e le loro storie, è persino necessario. Se la città diventa, nell’immaginazione di tutti, spazio culturale di dialogo e di trasformazione responsabile. Non più subita, ma agita. E dunque abitata, nel senso autentico della parola.
Helga Marsala
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