Quei 2, al Teatro Valle di Roma. Adamo ed Eva contemporanei, secondo Marcella Vanzo

Tra mitologia e dinamiche del presente, un’artista visiva si cimenta con l’avventura del teatro. In una chiave ironica e surreale. Arriva nella Capitale lo spettacolo di Marcella Vanzo e dei Gogmagog, dedicato al rapporto uomo-donna. Ecco un frammento video

Dopo il debutto dello scorso febbraio al Teatro Studio di Scandicci, Quei 2, pièce scritta da Marcella Vanzo, è arrivata a Roma il 26 aprile, per un’anteprima al Teatro Valle Occupato, con replica domenica 27. Ispirato al Diario di Adamo ed Eva di Mark Twain, lo spettacolo nasce da un’idea dell’artista milanese, che ha curato testi, scene e regia. E con lei, a dirigere e a occuparsi della produzione, c’è la compagnia teatrale fiorentina Gogmagog.
Al centro il tema, complesso e sfaccettato, del rapporto di coppia, affrontato in una chiave ironica, leggera, contemporanea, tagliente. La forte presenza attoriale della compagnia – con Cristina Abati, Carlo Salvador e Carlo Gambaro sul palco – si misura con l’immaginario di un’artista abituata ad indagare l’ampio spettro delle relazioni umane, tra memorie mitologiche, implicazioni sociali, sfumature emotive, dinamiche politiche, riferimenti etici, affettivi, antropologici, culturali. Quei 2 mescola così realtà e finzione, “ironizzando sulle idiosincrasie tra maschio e femmina, natura e cultura, mitico e quotidiano”.

Quei 2

Quei 2

Le scene: la Tv anni ’80 è un metaforico Eden, in un improbabile e divertente slittamento spazio-temporale; qui, nel classico rettangolo catodico che accoglie la liturgia del quiz, il conduttore e la diva sono i novelli Adamo ed Eva, protagonisti di una partita surreale tra la femminilità esuberante di lei, nel suo abito rosa shocking, e il raziocino di lui, infilato in un austero completo scuro, continuamente sfidato, insidiato, messo in crisi. E poi la Terra, luogo del banale, dell’uguale, di una quotidianità stridente e mesta. Fuori da ogni sfavillante riflettore e genuino sentimento di stupore. Adamo – in origine frastornato dalla figura femminile – accetta infine l’amore di coppia, ma resta attonito, stordito, irrimediabilmente fragile, dinanzi all’arrivo di un figlio: Caino. E fuori dal Paradiso terrestre, “quei due” apprendono l’arte di amarsi ogni giorno, nella routine, tra fraintendimenti, divergenze, incomprensioni e improvvise sintonie, muovendosi come fantasmi di una perduta Età dell’Oro, tra le macerie morali e culturali del presente.

Helga Marsala

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Helga Marsala

Helga Marsala

Helga Marsala è critica d’arte, editorialista culturale e curatrice. Ha insegnato all’Accademia di Belle Arti di Palermo e di Roma (dove è stata anche responsabile dell’ufficio comunicazione). Collaboratrice da vent’anni anni di testate nazionali di settore, ha lavorato a lungo,…

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