Salone del Mobile 2014. Gli innesti di Pia Wüstenberg: se un albero incontra il vetro soffiato
Palazzo Morando ospita un evento curato dal londinese Design Junction. Tanti designer internazionali, tra cui un giovane talento che arriva dalla Germania: le sue collezioni di vasi raccontano un paesaggio incantato, fatto di affascinanti contrasti
Per il secondo anno di fila il design store londinese Design Junction sbarca a Milano con il suo evento Edit: marchi internazionali, allestiti in spazi storici della città, vivono nel contrasto tra antico e contemporaneo. Stavolta la location scelta è il settecentesco Palazzo Morando, nel distretto del design di Brera. Negli spazi sontuosi e imponenti dell’edificio trovano posto, tra gli altri, oggetti e complementi d’arredo di Modus, Innermost, EOQ, Stellar Works, Utopia & Utility, Flux, Resident, Baroncelli, Afghan Made, Adentro, mentre un paio di chicche accolgono i visitatori: un’area caffetteria allestita dall’azienda fiorentina La Marzocco, specializzata in macchine per l’espresso, e un servizio di bike tour, utile per perlustrare in libertà le tante sedi del Fuorisalone, a cura del negozio di biciclette londinese tokyobike.
Una delle protagoniste di Edit, già vecchia conoscenza per Design Junction, è la designer tedesco-finlandese Pia Wüstenberg: carattere, stile raffinatissimo e un approccio tanto colto, quanto originale. Il video girato da James Maiki per LS:N Global, poche settimane prima della prova milanese, esplora lo studio e il laboratorio di Pia, tra Amburgo e Wiltshire, lasciando che sia lei a raccontarsi, mentre la telecamera si sofferma sugli schizzi, gli oggetti, gli strumenti di lavoro.
Al centro c’è la nuova collezione di vasi, i “Branch Bowls”, presentata proprio per la design week meneghina. Creazioni partorite da una fantasia fervida e insieme poetica, giocando con i contrasti, forzando gli accostamenti e puntando sulla sensualità: colori accesi che catturano l’occhio, grazie anche alla trasparenza straordinaria del vetro soffiato e alle forme tonde, voluttuose. Inusuale l’abbinamento tra la nitidezza impalpabile del vetro ed il calore del legno grezzo: una contaminazione che si risolve nella sapiente fattura artigianale e nello studio attento delle armonie plastiche.
Durante il processo di lavorazione di ogni vaso, un robusto frammento di ramo viene inserito nell’imboccatura e plasmato sulla silhouette che si definisce via via, secondo il ritmo fluido della mano, del fiato, della fiamma. Il risultato è una collezione di oggetti ibridi, dal tepore e dalla forgia organica, ma dalla limpidezza ricercata: quasi elementi di un paesaggio incantato, in cui si fondono superfici pure e scabre, luminose e opache, esaltate dalla gamma di colori liquidi. Piccole meraviglie d’artigianato, i vasi di Pia Wüstenberg sono gemme sbocciate tra i sentieri di un bosco di fiaba.
Helga Marsala
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