Le luci (e le alchimie) dell’ex centrale elettrica
Franco Losvizzero e Vito Bongiorno a confronto, negli spazi dell’ex centrale di Montemartini. Statue classiche, vecchie turbine e un dialogo fra dipinti e sculture. Il lancio della mostra in un video teaser, in esclusiva per Artribune Television
Il bianco e il nero, la purezza e l’oscurità, la forma ideale e quella organica. In questo gioco di opposti e di alternanze si sviluppa Superfetazioni, doppia personale di Franco Losvizzero e Vito Bongiorno, a cura di Lori Adragna, ospitata presso l’ex Centrale Termoelettrica Montemartini di Roma.
L’ispirazione arriva proprio dallo spazio, dalla sua natura originaria e dalla recente rimodulazione: fu a partire dal 1997 che questo straordinario esempio di archeologia industriale venne riconvertito in sede museale, con il trasferimento di centinaia di reperti archeologici appartenenti ai Musei Capitolini.
Tra i possenti macchinari plumbei, testimoni di una storia di lavoro e di produzione tecnica, rilucono oggi esemplari scultorei d’età classica: armonie di panneggi marmorei e di volumi candidi, a contrasto con l’identità del luogo. Un gioco di stratificazioni, che mette in dialogo i quadri in carbone fossile di Bongiorno e le sculture meccaniche di Losvizzero, immacolate. Dal nero dei dipinti materici al bianco rarefatto delle opere cinetiche, si innesca così un gioco alchemico di innesti e di riflessi. L’immagine della bellezza, intesa come orizzonte ideale aperto alla contaminazione, arriva al termine di un processo trasmutativo: a restare è il rumore cavernoso della linfa scura, origine melanconica delle forme auree e memoria del sottosuolo.
L’ex centrale – luogo in cui si “fabbricava la luce”, per dirla con la curatrice – diventa metafora cosmologica e insieme immagine folgorante dell’artista-demiurgo, come da suggestioni mitologiche, classiche o romantiche.
Dopo l’inaugurazione del 15 maggio, Superfetazioni – promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, Creatività e Promozione Artistica – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali – si sviluppa anche con una performance di Franco Losvizzero, dal titolo “Il matrimonio”. Un rituale insolito, con un officiante misterioso, che arriva proprio dal mondo dell’arte contemporanea. Domenica 18 maggio, a partire dalle 11 del mattino.
Helga Marsala
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