Jean Louis Sabaji, architetto, scultore e giardiniere. Dal libano, una nuova stella del fashion
Api, boccioli, farfalle, praterie: Jean Louis Sabaji costruisce porzioni di natura intorno al corpo. Un giovane stilista libanese, come un architetto del paesaggio. Collezione Spring-Summer 2014: ecco il video della passerella di debutto, a Dubai, e il backstage del lookbook appena pubblicato
Giovane, libanese con base a Beirut, figlio d’arte, cresciuto a pane e moda nell’atelier di famiglia: in tasca una laurea alla Lebanese American University e un master alla Domus Academy di Milano, nel 2011. Si chiama Jean Louis Sabaji e con le sue prime collezioni si è già conquistato un suo spazio sulla scena internazionale, fra i talenti emergenti con più stoffa e carattere.
La prima passerella importante lo scorso aprile, al Dubai Fashion Forward. Con la sua Spring-Summer 2014, apparecchiata su un catwalk d’eccellenza e raccontata con uno show lineare e suadente, Sabaji si gioca tutto e non delude. Anzi. Il favore della critica c’è e il gioco della seduzione è vinto, grazie a una proposta di oltre quaranta capi d’alta moda, di altissimo livello: la cifra stilistica si conferma e si radicalizza, con guizzi di genialità e una cura appassionata per i tagli e la qualità artigianale.
L’anima della collezione viaggia lungo due direzioni opposte, conciliate con impeccabile armonia dialettica: da un lato un’enfasi costruttiva, fatta di geometrie portanti, lucide, robuste, a cui si ancorano sovrastrutture plastiche; dall’altro voluttuosi riferimenti al mondo della natura, tra citazioni da botanico ed entomologo. Jean Louis trova la quadra e riesce a mettere insieme i suoi due volti laterali: architetto razionalista e romantico giardiniere.
E così, collezione dopo collezione, si avvistano sciami d’api, coleotteri o farfalle, audacemente applicati; sbuffi di nuvole; cascate di foglie d’autunno; colli-alveare iper strutturati; gonne come bouquet di rose; ramage di boccioli e mughetti ad accompagnare la silhouette; linee candide e piegature ritmiche, a evocare colonne ioniche; sculture sferiche di petali rigorosamente sovrapposti; tessuti evanescenti sormontati da escrescenze floreali o vegetali… I colori arrivano da prati, cieli, tramonti, fiumi. E sono gialli, arancio, bianchi, rosa, corallo, avorio, rossi, azzurri. Porzioni di paesaggio, come incastri di astrazione pittorica.
Avvolgenti e scultoree, le creazioni del libanese si lasciano abitare dal corpo, dischiudendo trame di sogno. Esercizi d’immaginazione e di contemplazione panica.
Helga Marsala
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