L’Unità, la satira ai tempi del PCI. Quando Sergio Staino disegnava i funerali di Belinguer

“La striscia dedicata ai funerali di Berlinguer rappresenta un momento molto importante nella mia carriera di disegnatore”. Così Sergio Staino parlava del fumetto pubblicato allora sull’Unità. Era il 1984. Nel 1924 nasceva il quotidiano comunista. E nel 2014 si fermano le rotative

Si aggira in solitudine, tra il bianco e nero della folla interrotto solo dal rosso delle bandiere. Passeggia, il buon vecchio Bobo, rimuginando pensieri. È il 13 giugno del 1984 e l’Italia piange la morte di Enrico Berlinguer, leader del PCI. Durante i solenni funerali, in una Roma letteralmente invasa dalla commozione, la silhouette di carta partorita dalla penna di Sergio Staino compiva il suo pellegrinaggio.
Lo storico collaboratore dell’Unità aveva disegnato questa striscia in occasione dell’evento, tratteggiando, con la consueta, incisiva leggerezza, l’immagine dell’elettore medio, smarrito di fronte alla scomparsa dell’amato segretario. In un tripudio di frasi enfatiche, pronunciate dai compagni in memoria dello statista, nella testa di un Bobo controcorrente si affastellano memorie di conflitti: mentre tutti celebrano, lui pensa quello che nessuno dice. Berlinguer traditore, borghese, revisionista, padre del compromesso storico e di una nuova alternativa democratica. Avversato dalla sinistra extraparlamentare e oggi da tutti rimpianto: “abbiamo perso un grande dirigente”, conclude. “Grande soprattutto perché non ha mai seguito i miei consigli”.
Le parole di Bobo/Staino, col senno di poi, hanno il sapore della beffa e della lungimiranza. Il “borghese” carismstico, non privo di contraddizioni, resta oggi l’ultima icona di una sinistra che fu e che non sarà, stritolata dalla centrifuga postmoderna.

La striscia dedicata ai funerali di Berlinguer”, raccontò poi l’autore, “rappresenta un momento molto importante nella mia carriera di disegnatore, e anche nei miei rapporti con l’Unità, con il Pci. È, a tutti gli effetti, un punto di svolta nel mio disegno. Il 13 giugno del 1984 venivo chiamato a registrare, a raccontare a mio modo un episodio enorme per l’emozione che ha creato: l’inaspettata commozione di un intero Paese, al di là dei militanti, per la morte del leader di un partito”.

L'Unità, 14 giugno 1984 - I funerai di Berlinguer

L’Unità, 14 giugno 1984 – I funerai di Berlinguer

E con questo nodo di confilitti ancora aperti e di passaggi non compiuti, l’Unità termina oggi la sua lunga avventura editoriale, stroncata da un fallimento finanziario. Un capitolo che si chiude, per il settore dell’informazione politica, mentre tutto cambia, tra le aule parlamentari, le pagine della Costituzione, le geografie dei partiti. Dalla questione morale alla critica al capitalismo, dall’antifascismo al tema dell’equità sociale, cosa è rimasto di quell’utopia docilmente rivoluzionaria? Un mondo in pezzi. Che ha il rosso di quelle bandiere sullo sfondo e poi il bianco delle pagine di un vecchio quotidiano, stampate sul penultimo numero senza inchiostro: simbolo di protesta contro i mancati finanziatori, ma anche metafora di una partita persa, innanzitutto con i lettori. L’Unità, 1924-2014, da Antonio Gramsci a Matteo Renzi. E via di satira, di speranze, di nostalgie.

Helga Marsala

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Helga Marsala

Helga Marsala

Helga Marsala è critica d’arte, editorialista culturale e curatrice. Ha insegnato all’Accademia di Belle Arti di Palermo e di Roma (dove è stata anche responsabile dell’ufficio comunicazione). Collaboratrice da vent’anni anni di testate nazionali di settore, ha lavorato a lungo,…

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