StudioVisit – Emilio Isgrò
Un pomeriggio nello studio milanese di Emilio Isgrò, maestro delle cancellature, tra le figure più intense e interessanti emerse nel panorama dell’arte italiana del secondo Novecento. Occasione straordinaria per sbirciare tra i suoi luoghi di lavoro e addentrarsi tra i suoi brillanti ragionamenti
Testi e intervista: Alberto Mattia Martini
Video e Edit: Giulio Rossini – DUB Production
“Certamente il più efficace ed interessante realizzatore d’un trait-d’union tra poesia visiva e concettualismo, specialmente con i suoi testi cancellati”. Queste sintetiche ma significative parole, appartengono a Gillo Dorfles; definire infatti l’importanza e il ruolo di Emilio Isgrò in un solo concetto, non è cosa semplice.
Giunto giovanissimo a Milano dalla lontana Sicilia, con la “valigia di cartone” ma ricolma di sogni, determinazione e qualità, Isgrò diviene prima giornalista e poeta, per poi dedicare l’esistenza all’arte visiva. Agli inizi, grazie alla poesia visiva, corrode la solidità del testo scritto e prova a confutare le presupposta veridicità della parola del sapere successivamente, con le cancellazioni – divenute presto il suo tratto distintivo – sostituisce l’immagine con la sua definizione.
Confrontarsi con Emilio Isgrò significa essere accolti con grande semplicità e al contempo considerazione; implica addentrarsi in una mente lucida, sagace ed erudita; comporta prendere parte ad un viaggio nel tempo, tra passato e presente, per poi tuffarsi nella storia dell’arte. Un dialogo intenso ed appassionante, di chi ha giusta e piena consapevolezza del ruolo che riveste nell’arte, ma che ha ancora l’aspirazione di creare e stupire.
Alberto Mattia Martini
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