Marc Augé per Dolomiti Contemporanee. Viaggio nel tempo, oltre la storia

Un mito vivente dell'antropologia, l'inventore dei "nonluoghi", un intellettuale affascinante. Marc Augè ha trascorso gli ultimi scampoli d'estate tra i siti di Dolomiti Contemporanee. Alcune sue riflessioni sul luogo, sulla pratica artistica, sul progetto DC, sono raccolte in questo prezioso video...

Video di Paolo Dal Pont
produzione Dolomiti Contemporanee

L’occasione è quella di Two Calls for Vajont, concorso ideato e curato dal laboratorio d’arte ambientale Dolomiti Contemporanee, per la realizzazione di due opere permanenti: una destinata alla facciata sud del Nuovo Spazio di Casso, quartier generale di DC; l’altra progettata per la Diga del Vajont, in memoria della disastrosa frana che quarantanove anni fa travolse quell’angolo incontaminato delle Alpi, tra il Veneto e il Friuli.
In giuria c’è anche Marc Augé, antropologo di fama internazionale, che sul finire di agosto ha trascorso una settimana a Casso, visitando i siti di Dolomiti Contemporanee, prendendo confidenza col territorio, divenendo parte del progetto. Non un ospite, ma un altro “cercatore di conoscenza”, come ha voluto definirlo il curatore, Gianluca D’Incà Levis: un esploratore di luoghi, immagini, rituali, con cui attivare uno scambio di sguardi e prospettive.

Marc Augè e Giancluca D'Incà Levis

Marc Augè e Giancluca D’Incà Levis

Dal lungo video-diario che ha registrato le riflessioni di Augè e le conversazioni tra lui e D’Incà Levis, è venuto fuori un estratto, sintesi preziosa dell’incontro con quegli spazi, che DC dal 2011 sta lentamente riattivando, tra discrezione e audacia. Luoghi spettacolari e meravigliosi, come li ha definiti Augè. Luoghi “che impongono rispetto”. E con cui DC si relaziona, in quanto ”impresa ambiziosa” orientata alla ripartenza, al ricominciamento. La grande sfida, alla base dell’avventura? Sta tutta in questa tensione storica che catapulta oltre la storia stessa, provando a “salvare il tempo”: si riparte da quel tragico 1963, con il boato della frana, con i duemila morti ed i destini luttuosi dei tanti, che al cospetto del monte Toc non potevano presagire la fine, la paura, la caduta. Si riparte da quella cancellazione, dallo strappo che ha sospeso il tempo, congelando la valle. E che spinge al di là, nella zona sempre incompiuta del post-mortem, dove rigenerare geografie ed energie sopite. È così che la storia continua ad essere scritta, essendo continuamente contraddetta.

Nuovo Spazio di Casso - la passerella verso il Monte Toc

Nuovo Spazio di Casso – la passerella verso il Monte Toc

DC esiste per non dimenticare, ma anche per andare oltre. Resuscitare memorie, rovine; e farne occasione, forma nuova. Così che la catastrofe assottigli la sua eco e lasci venire altre frequenze: non più ombra, ma radice; non più ostacolo, ma possibilità; non ferita, ma identità compresa, elaborata, trasformata. In direzione del futuro.
Piccole, grandi manovre creative e d’orientamento, per Dolomiti Comptemporanee, in cerca di un equilibrio tra “i suoi rischi e le sue promesse”. Che poi è il bello del gioco, sempre: “la gloriosa incertezza dell’arte”, riflessa nell’eguale ambiguità dell’esistenza.

Helga Marsala

www.dolomiticontemporanee.net

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Helga Marsala

Helga Marsala

Helga Marsala è critica d’arte, editorialista culturale e curatrice. Ha insegnato all’Accademia di Belle Arti di Palermo e di Roma (dove è stata anche responsabile dell’ufficio comunicazione). Collaboratrice da vent’anni anni di testate nazionali di settore, ha lavorato a lungo,…

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