Venezia Updates: The Lack, la donna secondo i Masbedo. Tra simboli ed assenze. L’intervista
The Lack, Evento Speciale delle Giornate degli Autori per il 71° Festival del Cinema. Nel quinto giorno a Venezia, Artribune intervista i Masbedo, videoartisti prestati al cinema
Nella cornice delle Giornate degli Autori arriva un evento speciale firmato dalla coppia artistica Nicolò Massazza e Iacopo Bedogni, I Masbedo. Il progetto, prodotto dalla Vivo Film di Gregorio Paonessa e Marta Donzelli, insieme con Beatrice Bulgari e In Beetween Art Film, è incentrato sulla figura della donna. The Lack, di cui gli autori ci raccontano in questa ampia intervista raccolta a Venezia, è una libera interpretazione per immagini di quattro modi differenti di affrontare il senso della mancanza. Una combinazione visiva dove la trinità fondamentale è composta dal personaggio femminile, dallo spazio in cui questo si muove e dal suono della natura o quello che risulta dall’interazione delle parti.
Così dopo un breve prologo, il primo personaggio affronta un abbandono esternando violenza contro il doppio di se stesso. La seconda presenza viaggia come Diogene per illuminare una porzione di natura abbandonata nel buio della notte. Nel terzo episodio, il più sofisticato dal punto di vista compositivo, due donne affrontano il passato e il futuro in due dialettiche opposte che si incontrano al centro del discorso: una versione femminile di Caronte porta la vita su un’isola di vetro galleggiante alla deriva. Nell’ultima sezione sono tre le attrici, ma la vera protagonista non si vede mai, al suo posto la proiezione di se stessa in un futuro rifiutato a priori.
In The Lack la mitologia collettiva si mescola a suggestioni di carattere più arbitrario, rendendo ogni interpretazione possibile. Alcuni simboli vengono stravolti con un risultato disorientante. La donna che uccide la metà di se stessa, quella che illumina il vuoto notturno, la giovanetta che svuota il guscio d’uovo, il rifiuto della progenie nell’ultimo passaggio, sono tutti contenuti negativi, che indicanoappunto “la mancanza”. Gli eventi sono ambientati in un tendone da circo, che è anche un ventre, un utero, sempre con lo spettro inquietante della sterilità. Forse è proprio questa la carenza più forte di cui soffre The Lack: con l’artificio linguistico si perde di autenticità.
Federica Polidoro
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati