Castellammare, Cici Film Fest. Dall’ultima vacanza, all’ultimo giorno: i migliori corti del 2014
Il tema - "l'ultimo" - lo hanno scoperto al loro arrivo in Sicilia. Qui, i partecipanti del Cici Film Fest hanno allestito dei set cinematografici, per produrre il loro corto in pochi giorni. Coinvolgendo gli abitanti del paese. Ecco i video pramiati dalla giuria
È tornata la quiete a Castellammare del Golfo, paesino in provincia di Trapani che ogni anno si trasforma per una settimana in un set cinematografico. La sfida del Cici Film Fest: decine di giovani filmmaker, in pochi giorni, con pochi mezzi, sfruttano il luogo, gli abitanti e le suggestioni raccolte per tirare fuori un cortometraggio, giocando di improvvisazione e di condivisione.
L’edizione 2014 – la quarta – si è conclusa domenica 7 settembre con la cerimonia di premiazione. Premio come miglior corto a Gli ultimi bagliori di un crepuscolo di Alessandro Lovecchio, racconto di un’ultima vacanza, rimasta dolcemente seppellita tra i ricordi affettuosi, in un flusso di pensieri nostalgici. Le musiche originali, il montaggio e l’ottima fotografia hanno regalato all’opera il primo premio. Di qualità anche la voce narrante femminile, che recita un testo in inglese, disturbata però da un improbabile doppio in un forzato dialetto siciliano: unica nota fuori posto.
Oltre a una segnalazione per Vito Gallina, miglior attore non prefessionista del corto Svegliaci quando fa chiaro di Flavio Costa, la giuria tecnica (Marco Betta, Adelaide Corbetta, Paolo Galletta, Agostino Ferrente, Giancarlo Lombardi) ha assegnato tre menzioni speciali.
Il conte Biancamano di Andrea Marchese – che avrebbe potuto meritarsi un ex aequo in cima al podio – mette in scena il racconto di una solitudine, di una dissociazione. Un vecchio capitano continua a vivere nell’illusione che la sua nave salperà, prima o poi, dal porticciolo del paese, con a bordo la sua ciurma. Tra l’ilarità dei compaesani e un happy end corale a sorpresa, il film mescola ironia, malinconia e un sentimento della comunità ambivalente: rifugio, spazio ostile, luogo d’isolamento o di umanità autentica. Intensa l’interpretazione del protagonista, perfette le comparse reclutate tra i cittadini di Castellammare.
Epitaffio, di Francesco Pividori, sceglie invece un registro enfatico, affidando ad atmosfere oniriche e a una galleria di primi piani teatrali – la cosa migliore del film – una riflessione sulla morte. Ridondanze visionarie, dal gusto gotico, appesantiscono il plot. Epitaffio è un addio per immagini, girato “In memoria di Patrick”.
Ultimo giorno di Nicolò Cappello è un film nel film. Da uno scenario di guerra, in un arido paesaggio post apocalittico, ci si trova catapultati nella stanza con i tre filmmaker, intenti a scervellarsi sull’opera da presentare in concorso: l’attore c’è – il mastodontico Antonio, dall’inconfondibile faccia – il tema anche – “l’ultimo” – ma manca il soggetto. Si alternano così, in un brillante esercizio di stile, spezzoni immaginari di film fantasy, horror, drammatici, esistenzialisti… nel tentativo disperato di sfruttare quell’”ultimo giorno” prima della fine del contest. La previsione finale – “arriveremo ultimi anche quest’anno” – si rivela di buon auspicio: oltre alla menzione speciale della giuria tecnica, il divertente corto di Ceppello conquista il consenso della giuria popolare, come miglior cortometraggio.
Helga Marsala
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