Fashion Film Fest Milano. Trionfa le vena surreale di The Purgatory of Monotony

Si è consclusa la prima edizione del Fashion Film Festival Milano, evento dedicato a quelle opere che uniscono cinema e moda, creatività pura e promozione di fashion brand. Ecco tre film, in versione integrale, a cui sono andati alcuni dei principali premi

Pioggia di premi per il primo Fashion Film Festival Milano, creatura di Constanza Cavalli Etro, sostenuta dalla Camera Nazionale della Moda Italiana, che ha fatto da ouverture per la settimana della moda milanese,  con una doppia serata di proiezioni il 14 e 15 settembre. Il contest, curato dalla gallerista Gloria Maria Cappelletti, ha registrato un boom di partecipazioni, già da questa prima edizione: trecento application giunte, trenta titoli selezionati e nove riconoscimenti assegnati. Una celebrazione dell’incontro tra mondo dell’arte, del cinema, della moda e della comunicazione, attraverso piccoli esperimenti filmici sospesi tra esercizio creativo, mission promozionale e ricerca di stile.

The purgatory of monotony

The purgatory of monotony

Ha portato a casa tre premi The purgatory of monotony di Ace Norton: Best Fashion Film, Best New Talent Director e Best Art Direction. Il film racconta la collezione autunno-inverno Rihè 2014, con un registro ironico e surreale. Protagonista è una bellissima, imbronciatissima e sempre straniata Sonja Kinski, alle prese con una serie di azioni a metà tra performance, pièce di teatro e scultura: il gioco dell’assurdo si impone, tra le mura sontuose di una residenza d’epoca, tramutata in fantastico set. Il corpo, oggetto tra gli oggetti, mette in scena situazioni illogiche, creative e disfunzionali, precipitando il racconto nel più incredibile nonsense. Ed è tutto un susseguirsi di sdoppiamenti, sortilegi, esplosioni, disequilibri, monologhi allo specchio, cortocircuiti e autismi ossessivi. Un collage dadaista dedicato all’anima più chic e stravagante del brand.

Vince il titolo di Best Italian Fashion Film Leakage, di Giulia Achenza, parte di un più vasto progetto in quattro capitoli dal titolo La Casa. Sulle note di una ballata malinconica due figure si aggirano tra spazi in rovina: un casolare vuoto, diroccato, invaso dal paesaggio, resrituisce il senso della perdita e dell’isolamento. Introducendo l’esperienza della fuga. Dal rudere ci si sposta verso l’orizzonte, tra brughiere assolate abitate da mandrie di cavalli al pascolo. Bianco e nero esistenzialista, soundstrack romantica e montaggio liquido, per una trama di primi piani e ampie vedute, consumate dalla polvere.

Irresistibile Agi & Sam, diretto da Edward Housden, che si guadagna il premio Best Emerging Designer. Anche qui una vena surreale, con la coppia di eccentrici designer inglesi al centro di in un inquietante quadretto domestico. Giusto le lancette di un orologio a rompere il silenzio e la tensione. I due, ostaggio di un manipolo di gangster dai variopinti outfit, armati di tutto punto, schizzano su un foglio il modello di una giacca, che un’anziana sarta eseguirà in tempo reale. I boss e la modella attendono, fino alla consegna del capo. Gran finale in giardino, con parata pop-militaresca e tripudio di proiettili: lo spettacolo è servito.

Helga Marsala

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Helga Marsala

Helga Marsala

Helga Marsala è critica d’arte, editorialista culturale e curatrice. Ha insegnato all’Accademia di Belle Arti di Palermo e di Roma (dove è stata anche responsabile dell’ufficio comunicazione). Collaboratrice da vent’anni anni di testate nazionali di settore, ha lavorato a lungo,…

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