Festival del Film di Roma. “Prima del film”, tra la telecamera e uno sketchbook. Il cinema italiano e l’arte del disegno
Un documentario dedicato al rapporto tra arte delle pellicola e arte del disegno. Passando per figure importanti del cinema italiano, da Ettore Scola a Marco Bellocchio. La prima al Festival di Roma e la nostra intervista agli autori
Mario Sesti e Marco Chiarini hanno deciso di trasformare la mostra Prima del film, contenente i disegni di Fellini, Scola e Virzì (ospitata a Teramo la scorsa primavera , presso l’ARCA) in un documentario. Quale occasione migliore se non il Festival di Roma per la prima? E si entra subito nel pieno della narrazione con Scola che “scarabocchia” su alcuni sketchbook avorio personaggi immaginari dai caratteri definiti. Segue Sesti che fornisce allo spettatore una chiave critica per interpretare il rapporto tra il disegno e la realizzazione di un film.
Una riflessione concreta, tangibile di cui i registi si sono serviti nel tempo come cartina al tornasole prima della messa in scena vera e propria. Tre esempi del tutto diversi: Scola con la sua formazione satirica al Marc’Aurelio è quello che esprime anche più drammaticità, Virzì, con la sua vocazione ritrattista, tende ad affastellare un catalogo di caratteri da cui attingere per le sceneggiature, infine Bellocchio, aggiunto nella versione cinematografica del progetto, è il più astratto, quello per cui il cinema ha sostituito del tutto la pittura. Nel primo e nel secondo caso lo sketching è un’appendice preparatoria, nell’ultimo si tratta di una forma espressiva primaria. A questo corrispondono delle diverse idee di cinema.
Marco Giusti e Alessandra Mammì sono i critici di compendio che spiegano e analizzano i differenti approcci al disegno. Per la prima volta in Italia si prova a delineare un percorso grafico nella storia del nostro cinema facendo il punto sulle differenze rispetto a quello americano e stabilendo dei link con l’arte contemporanea. Conclusione ineludibile col paragrafo su Fellini.
Federica Polidoro
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