Un momento di riflessione intorno alle nuove tecnologie e al loro rapporto col design, per “All is New in Art”, il programma didattico curato da Marcello Smarrelli nell’ambito di CINTA, Centro Italiano Nuove Tecnologie e Arte, progetto della Fondazione Pastificio Cerere, sostenuto dalla Regione Lazio come modello per un futuro polo permanente di ricerca e formazione.
Affidata ad Alberto Iacovoni, fondatore di ma0 studio d’architettura, la sesta giornata di studio ha potuto contare anche sugli interventi di Maria Luisa Palumbo, architetto e direttore scientifico Master Inarch, Daniele Mancini, architetto e fondatore di Unpacked, e Giulio Pernice, programmatore creativo e sviluppatore di sistemi interattivi del Laboratorio Aye Aye.
“Dalla pietra alla nuvola: il design tra oggetto ed esperienza nell’era della connettività digitale” è il suggestivo titolo intorno a cui si è strutturata la lunga lezione dello scorso 9 ottobre: com’è cambiato il modo di intendere la progettazione, la produzione e la distribuzione nel campo del design, in relazione al nuovo paesaggio della virtualità, della comunicazione digitale, dei new media? Interattività, trasversalità, flessibilità, 2.0, velocità e immaterialità, multitasking, multilayer, nuovi mercati, hi-tech e largo consumo, democrazia liquida, formule orizzontali e partecipate: che ne è dell’oggetto, nel cuore di questa enorme e accelerata rivoluzione tecno-culturale? Dall’Interaction Design in ambito museale e allestitivo fino al fenomeno dei Makers, la dimensione creativa del quotidiano trova nelle nuove tecnologie un alleato indispensabile, che determina forme, funzioni, target, etica ed estetica degli oggetti del presente. Una volta era la solidità della pietra, oggi è l’impalpabile interconnessione del cloud: senza peso, senza luogo, tra accumulazione del dato e vertigine della memoria.
Helga Marsala
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