Bioluminescent Forest, l’anima romantica del videomapping. Magie luminescenti fra i boschi
Un bosco che s'illumina per magia. Due artisti che accendono piccoli frammenti di natura, grazie alla tecnologia. Un incantesimo raccontato in un piccolo film. Chi l'ha detto che il videompapping è solo roba per le facciate di palazzi e monumenti?
Siamo abituati a vederli brillare sulle facciate di palazzi e monumenti, come dispositivi immateriali che ne ricalcano struttura, intagli e modulazioni architettoniche, per un’interpretazione cromatico-luminosa di imponenti landmark urbani. E negli anni, il videomapping, ha iniziato a imporsi nell’ambito dei new media – spesso in sinergia con la musica elettronica – conquistando dignità e spessore di un vero e proprio linguaggio artistico. Non solo decorazione, non solo intrattenimento, ma un possibile spazio di ricerca visiva e concettuale.
A muoversi in questa direzione, arrivando ad estendere in una chiave progettuale nuova la tradizionale area di applicazione del videomapping, sono gli artisti Friedrich van Schoor e Tarek Mawad. Che scelgono un campo d’azione inedito: dalle scenografie urbane a quelle di boschi e foreste.
Dalla video mappatura di alcuni angoli boschivi, realizzata nell’arco di sei settimane trascorse a stretto contatto la natura, è nato un film che racconta l’avventura di Bioluminescent Forest: l’ispirazione arriva dal fenomeno della bioluminescenza, un processo chimico che trasforma organismi viventi in piccoli generatori di luce (dalle lucciole a certe creature marine), il progetto modula sulla pelle viva della foresta micro tessiture di luce, che accendono cortecce, funghi, foglie, rami. Un incantesimo tecnologico, esploso nella quiete solenne del bosco.
Mentre ad accordarsi col silenzio, per tutta la durata del film, sono i suoni di Achim Treu, compositore e sound designer, terza anima del progetto. Un secondo video, realizzato durante il backstage, mostra le fasi del lavoro certosino che c’è dietro alla magia luminescente dei due artisti-botanici, esploratori di quella terra di mezzo in cui si incontrano paesaggio e tecnologia, attitudine scientifica e sguardo romantico.
Helga Marsala
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